Dai periti industriali le 3 priorità per il nuovo Governo

Professione di Marco Zibetti
Il presidente Guasco augura all’Esecutivo un buon lavoro - in particolare al ministro della giustizia Alfonso Bonafede e dell’istruzione Lorenzo Fioramonti - e indica la strada da seguire

Il Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati ha le idee chiare sulle priorità che il nuovo Governo dovrebbe mettere al centro della sua azione. In particolare il presidente Claudio Guasco augura all’Esecutivo un buon lavoro - soprattutto al ministro della giustizia Alfonso Bonafede e dell’istruzione Lorenzo Fioramonti - e indica tre strade da seguire.

1. La formazione tecnica

Uno dei primi punti da cui ripartire è rilanciare la formazione tecnica, elemento chiave per un paese nel quale la cultura tecnica e tecnologia è centrale, non solo nei processi di sviluppo economico, ma sempre più in quelli di cambiamento sociale. “Se oggi l’Italia vuole ripartire - ha dichiarato il presidente del Cnpi Claudio Guasco -, ha urgente bisogno di nuove e più aggiornate competenze tecniche, per riattivare quei meccanismi di scambio e trasferimento tecnologico necessari in ogni tessuto produttivo e sociale per innovarsi e continuare a crescere”.

Le stime europee ci dicono che entro il 2025 si creeranno oltre 2 milioni di nuove opportunità lavorative in ambito tecnico, ma ci ricordano anche che i livelli formativi richiesti per queste posizioni dovranno essere più elevati e allineati a quelli medi europei.

Per evitare il rischio di bruciare tali nuove opportunità è fondamentale allineare il sistema formativo alle esigenze che provengono dal mercato e dalla necessità di dotare i futuri tecnici di un bagaglio di conoscenze adeguate. E’ quindi indispensabile investire su un modello formativo terziario in ambito tecnico ingegneristico in grado di soddisfarle. Che questa formazione si identifichi con le lauree a orientamento professionalizzante, con gli istituti tecnici superiori (a cui aggiungere un anno di formazione accademica) o con le tradizionali lauree triennale non fa differenza. La differenza la fa muoversi in un orizzonte di obiettivi comuni nell’ interesse del paese.

2. La valorizzazione delle professioni

Un altro tema su cui il rinnovato esecutivo dovrà riflettere è come valorizzare il comparto libero-professionale, perché tutelare gli interessi generali della collettività passa attraverso il rafforzamento di questo pilastro fondamentale. Rendere le professioni centrali significa anche dare piena attuazione alle disposizioni in materia di sussidiarietà che possono alleggerire e semplificare le procedure ed accorciare i tempi di risposta della pubblica amministrazione verso cittadini e imprese. “I liberi professionisti - ha aggiunto ancora Guasco -, non possono essere dei semplici intermediari, ma dovrà essere riconosciuto il valore del loro apporto in termini di competenze qualificate e, quindi, prevedere un riconoscimento economico della prestazione professionale. E’ necessario perciò dare effettivo compimento alle norme sull’equo compenso per garantire piena tutela al lavoro di ogni libero professionista.

3. L’internazionalizzazione

Infine il terzo capitolo su cui mettersi al lavoro è quello di rendere più europeo il mercato dei servizi professionali: “è necessario guardare all’Europa - ha aggiunto ancora Guasco -, per riformare le regole ormai superate del mondo professionale e rispondere, nello stesso tempo, a quella richiesta di snellimento e razionalizzazione del sistema ordinistico che arriva da lì”.

È una riforma che diventa anche un progetto per la collettività fondato su due pilastri: semplificazione dell’attuale modello ordinistico ed efficienza rispetto a un’utenza che ricerca servizi sempre più specializzati.

“Siamo convinti - ha chiuso infine il presidente dei periti industriali - che i nuovi ministri affronteranno queste priorità e lo faranno attraverso il confronto e il coinvolgimento di tutti gli interessati. I periti industriali sono pronti a collaborare, come hanno sempre fatto, per mettere in campo quelle riforme indispensabili per lo sviluppo del paese”.


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