La Legge sull’equo compenso per i professionisti è entrata in vigore da tempo, eppure il rischio di passi indietro è concreto. Confprofessioni denuncia un nuovo attacco all’interno del Ddl Concorrenza. La Confederazione che rappresenta i liberi professionisti è intervenuta in audizione in Commissione industria del Senato. Vi proponiamo i contenuti dell’intervento.
In generale, il Ddl Concorrenza viene giudicato piuttosto “timido” per frenare la corsa dei prezzi nell’ambito dei trasporti, servizi pubblici e attività commerciali.
La Confederazione presieduta da Gaetano Stella ha chiesto più coraggio sulla semplificazione delle procedure amministrative, in particolare quelle riferite all’avvio di un’attività d’impresa. In questo ambito, sottolinea Confprofessioni, un ruolo chiave è svolto dagli Sportelli Unici Attività Produttive (SUAP), che coinvolgono un’ampia fascia di professionisti che operano al fianco delle imprese (commercialisti e consulenti del lavoro da un lato e, dall’altro ingegneri, architetti, geometri, tecnici, periti, agronomi, geologi) e che possono contribuire a snellire le incombenze che gravano sulle stesse imprese, soprattutto nei piccoli Comuni, dove la carenza di personale è divenuta ormai strutturale, rallentando l’attività dei SUAP.
Il ddl sulla concorrenza non coinvolge direttamente il settore professionale, ma viaggia parallelo al ddl di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, che riconosce il principio di parità di trattamento per tutti gli operatori economici (imprese e professionisti) ai fini dell’accesso agli incentivi, nell’ambito degli interventi a sostegno delle attività economiche: una battaglia che Confprofessioni ha sostenuto da sempre.
Il presidente Stella sull’equo compenso
Il ddl concorrenza 2022 ha infine offerto a Confprofessioni l’opportunità ditornare sulla leggerelativa all’equo compenso delle prestazioni professionali. Secondo il presidente Stella, “La legge n.49/2023 ha sanato, dopo lungo tempo, situazioni di pesante squilibrio che si sono create nel mercato delle professioni. Sono pertanto da respingere le ipotesi paventate di eventuale illegittimità e irragionevolezza della legge sull’equo compenso alla normativa concorrenziale, nonché di reintroduzione surrettizie del sistema di tariffe minime inderogabili, avanzate dal mondo d’impresa”.
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