“Il principio della tutela del paesaggio, dei beni culturali e dell’ambiente - peraltro sancito dalla nostra Costituzione - va sempre perseguito ed in tal senso gli architetti italiani si sono sempre battuti con forza. Con altrettanta forza va però sottolineato come sia assolutamente indispensabile e indifferibile procedere a una serie di semplificazioni, anche in materia di tutela, rispetto a molte procedure che rendono i processi autorizzativi lunghi, costosi e complessi. Fatta salva l'inderogabile necessità di tutelare i beni monumentali di pregio, oggi in Italia sono sottoposti a vincolo culturale e ambientale moltissimi edifici che hanno quale principale caratteristica l'anzianità o la prossimità a un corso d'acqua, così come è possibile procedere all'annullamento o alla revoca della Scia, Segnalazione Certificata di Inizio Attività, per 'autotutela', invocando l'interesse pubblico. Ciò a tutto discapito, ad esempio, della bancabilità di qualsivoglia progetto. Tale situazione, se non affrontata in modo adeguato, rischia di mantenere per molti anni ancora il nostro Paese in una situazione di paludoso immobilismo”. Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sul DdL Madia.
“Porre dei limiti temporali al principio dell’autotutela della P.A.- come fa il DdL Madia - ove ciò non arrechi danno al patrimonio artistico, culturale e ambientale, significherebbe porre fine al paradosso che vede il nostro Paese avere il maggior numero di vincoli e di regole, rispetto agli altri Paesi europei, che riguardano la tutela del territorio, ma che registra, al contempo, un livello inaccettabile di abusivismo edilizio, di ferite inferte ai paesaggi e di incuria proprio riguardo alla valorizzazione del nostro impareggiabile patrimonio culturale”.
“Una semplificazione vera e controllata - continua il Consiglio Nazionale - che dia fiducia alle capacità dei progettisti e al buon senso degli amministratori locali può invece creare le premesse per interventi di riuso che puntino a valorizzare il patrimonio ediliziodiffuso e i tessuti urbani degradati anche sotto il profilo ambientale, energetico e della sicurezza, così come a tutelare i borghi e i centri storici”.
“Cambiano urbanistica e architettura: altrettanto deve cambiare l'approccio alla tutela, valorizzando i principi di riuso dell'esistente e coniugando la tutela di edifici e paesaggi con la vita contemporanea”.