Il Consiglio dei Ministri ha recentemente preso in esame il Decreto Fiscale. Un provvedimento che interessa non poco il settore edile. I costruttori, dunque, fanno sentire la loro voce e si esprimono in maniera forte e chiara.
Le sigle imprenditoriali, artigiane e le cooperative del settore delle costruzioni (Ance; Anaepa Confartigianato edilizia; Confapi Aniem; Alleanza delle cooperative italiane - Produzione, Lavoro, Servizi; Assistal; Casartigiani; Claai; Cna costruzioni; Assoimmobiliare) denunciano un ulteriore aggravio burocratico e un pesante drenaggio di risorse ai danni delle imprese.
Perché i costruttori lanciano l’allarme?
La misura prevede che, in tutti i casi in cui un committente affidi a un’impresa l’esecuzione di un’opera, il versamento delle ritenute fiscali per i lavoratori impiegati in quell’appalto venga effettuato direttamente dal committente stesso, a cui l’appaltatore o subappaltatore deve anticipare le somme. In tal modo si chiede alle imprese di sottrarre propria liquidità senza peraltro poter utilizzare la compensazione con i rispettivi crediti fiscali.
Ancora una volta, quindi, per combattere l’evasione fiscale si scelgono strumenti che mettono a rischio il fragile equilibrio finanziario delle imprese, già pesantemente danneggiate dall’introduzione dello split payment. Senza considerare che il meccanismo disegnato dalla norma costituisce un capolavoro di complicazione burocratica nella gestione amministrativa dell’appalto, mettendo così a rischio l’esecuzione dell’intera opera.
Le associazioni chiedono quindi un immediato ritiro della misura iniqua e dannosa, che, così come formulata, punisce anche gli operatori sani del settore mettendone a rischio la sopravvivenza.