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Decreto Rilancio: cosa manca secondo i professionisti?

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Decreto Rilancio: cosa manca secondo i professionisti?
La Rete Professioni Tecniche esprime soddisfazione per il fatto che siano state accolte alcune delle richieste, ma evidenzia anche alcune criticità. Vediamo quali

L’atteso Decreto Rilancio, inizialmente previsto per aprile, contiene una serie di misure mirate ad agevolare la ripresa con l’allentarsi delle misure restrittive anti-Coronavirus. La novità più rilevante per il nostro settore è il significativo rafforzamento delle agevolazioni Ecobonus e Sismabonus, in particolare la maxi detrazione del 110% e la possibilità di usufruire immediatamente dello sconto in fattura. Cosa pensano i professionisti italiani del Decreto?

A proposito del Superbonus, la Rete Professioni Tecniche esprime soddisfazione per il fatto che siano state accolte alcune delle richieste che, su questo tema, l’organismo che rappresenta i professionisti tecnici italiani aveva avuto modo di avanzare nel corso di numerosi interventi pubblici e confronti istituzionali, tra cui quelli che hanno preceduto l’emanazione del cosiddetto Decreto Milleproroghe dello scorso anno, ed anche in occasione dell’iter di  conversione in legge del recente DL Liquidità.

Quali sono le criticità del Decreto Rilancio?

Detto questo, la Rete sottolinea come ci siano ulteriori passaggi ancora da realizzare, inserendo nel DL Maggio altre proposte della Rete, che consentirebbero un più semplice e rapido accesso ai contributi, alcune delle quali sono in attesa da molto tempo.

Ad esempio, prevedere la frazionabilità della cessione del credito d’imposta a più fornitori, che consentirebbe ai professionisti di rilevare il credito d’imposta corrispondente alla propria prestazione senza dover acquistare l’intero credito generato anche dai lavori. Includere, inoltre, tra gli interventi l’adozione di misure antisismiche, anche la classificazione e verifica sismica degli edifici, consentendo, così, di accedere al sismabonus immediatamente, senza attendere l’esecuzione dei lavori. Consentire, poi, che l’opzione per lo sconto in fattura, nel caso di condomini, sia deliberato dall’assemblea e non dai singoli condòmini, semplificando ed accelerando le procedure. Infine, ampliare la possibilità di aderire al sismabonus anche per interventi eseguiti su procedure edilizie iniziate prima dell’entrata in vigore delle norme.

I professionisti tecnici italiani, inoltre, chiedono un intervento deciso al fine di armonizzare e uniformare gli incentivi fiscali per l’edilizia, favorendo e agevolando quegli interventi finalizzati complessivamente al miglioramento e adeguamento sismico, all’efficientamento energetico e al decoro dei fabbricati esistenti, uniformando la percentuale di incentivo al 110%, prevedendo l’ammortamento in 5 anni e il tetto di spesa in 200.000 euro per ogni unità immobiliare.

I provvedimenti attuali e quelli ancora da perfezionare vanno poi inquadrati in un piano generale di prevenzione del rischio sismico, la cui richiesta, negli ultimi tempi e nelle più diverse sedi, la Rete ha più volte reiterato. Tale piano tende ad ottimizzare gli effetti positivi del sismabonus.

In questo senso, la RPT resta a disposizione per ogni interlocuzione istituzionale che possa contribuire alla soluzione delle problematiche ancora irrisolte.