Mamoiada è il cuore della Sardegna. Culla dell’uomo sin dall’era neolitica, ma forse anche prima, questo comune a soli diciassette chilometri da Nuoro regala ai viandanti emozioni ancestrali immuni dallo scorrere del tempo - e di cui i Mamuthones sono fedeli custodi - nonché gioie culinarie capaci di entusiasmare i palati più esigenti. Il fermo immagine è da valle dell’Eden: sorgenti e corsi d’acqua, pascoli e colture. Un cuore antico e caldo perché denso di vita e di sapere. Un cuore pulsante in ogni periodo dell’anno che però, dal punto di vista climatico, dispensa calore con una certa parsimonia. Tenuto d’occhio dal massiccio del Gennargentu, Mamoiada (650 metri s.l.m) è infatti fiore all’occhiello della IX comunità montana nuorese.
Si trova nell’antro più profondo della Barbagia di Ollolai e dal primo novembre al 15 aprile non disdegna il riscaldamento acceso. Spesso a regime allegro. Ecco dunque che isolare gli edifici con puntigliosa perizia si rivela una buona regola per tutte le stagioni. Tanto più se la struttura in questione è la Scuola Media (Scuola secondaria di primo grado) di via Marsala. Qui, nelle aule e nei laboratori didattici, in tandem con i docenti e il personale scolastico, un piccolo e vivace esercito di fanciulli tra gli undici e i quattordici anni investe parte importante delle proprie giornate. Ciò accade tanto in primavera e autunno quanto durante il rigore invernale. Facile intuire che per Mamujada (nome di battesimo in sardo barbaricino di un paese che non tocca i tremila abitanti) tutelare il benessere psico-fisico dei pargoli di casa è missione prioritaria.
“La scuola media di Mamoiada, forte di un solo piano fuori terra, vanta una superficie pari a 600 metri quadrati. Con lo scopo di riqualificare l’edificio dal punto di vista energetico evitando un intervento troppo invasivo - spiega Giovanni Floris, presidente di Edile Orgosolo, società cooperativa che si occupa dell’esecuzione dei lavori - ci siamo rivolti a Edilteco, azienda della provincia di Modena con cui abbiamo già collaborato in precedenza. A fronte di un’offerta di ampio respiro con un ottimo rapporto tra elevata qualità di prestazione e prezzo d’acquisto, individuare il prodotto adatto alle nostre esigenze è stato semplice. In quanto preassemblato, il pannello Ecap di Edilteco è infatti strutturato in modo perfetto”.
Sulla medesima lunghezza d’onda di un “nuovo” sempre più ecosostenibile ma innamorata di quell’antico - a volte “solo vecchio” - che del nostro paese è patrimonio unico da recuperare e preservare, Edilteco ha fatto della riqualificazione dell’hic et nunc un vero e proprio progetto sociale. Un progetto che, seppur esaltante, si traduce spesso in un percorso disseminato di insidiosi ostacoli che solo soluzioni all’avanguardia di facile e rapida applicazione permettono di superare. Ecap, innovativo pannello termoisolante prefinito nato per l’isolamento termico di soffitti e pareti (esterne e/o interne) è la soluzione giusta per coibentare in modo ottimale gli edifici non più di primo pelo. Consente l’eliminazione di ponti termici e la protezione delle facciate dalla acque meteoriche.
Dotato di sormonti e fornito dall’azienda di San Felice sul Panaro prerasato con rete in fibra di vetro annegata, Ecap è predisposto per l’applicazione dei tasselli di fissaggio. “Forti della volontà di restituire entro Natale 2014 ai ragazzi una scuola al primo sguardo “uguale” all’originale ma assai migliore da vivere e da abitare, la cooperativa si è mossa con grande determinazione. Dovevamo agire in tempi rapidi ma con un’opportuna attenzione al dettaglio”.
Con la consapevolezza di poter contare ancora una volta sul prezioso contributo di Edilteco, Edile Orgosolo ha raccolto senza indugio il guanto di sfida. “Sono stati utilizzati in esterno 450 metri quadrati di Ecap L, pannello termoisolante prefinito in polistirene espanso sinterizzato (λ 0,035W/mK) con spessore pari a 5 centimetri” puntualizza Floris. Per poi aggiungere: “Il fatto che Ecap presenti già una prima mano di rasatura e sia dotato di rete garantisce un’applicazione semplice e pulita. Scongiura inoltre un lavoro eccessivo. Una volta posato il pannello, un solo strato di finitura è sufficiente per ottenere un risultato finale che non tradisce le aspettative”.
Il nuovo anno sta per bussare all’uscio. Provate a sbirciare nel futuro dietro l’angolo. E’ il 17 gennaio 2015, giorno dedicato a Sant’Antonio abate. Anzi, è il trionfo di Sant'Antoni e su o'u , Sant’Antonio del fuoco, come lo chiamano gli amici del luogo. Cercate il fuoco? Siete tra le sue braccia. Emblema di un sogno che dalla notte dei tempi si ripete e diventa realtà, gli spettacolari fuochi sono infatti stati accessi e preannunciano danze misteriose. Immaginate ora un nugolo di ragazzini con i volti spalmati sui vetri della finestra della propria classe. Non è detto che sia così: è un giorno di festa, l’istruzione ha concesso un istante di pausa. Ma nel caso la Scuola media di Mamoiada non abbia per l’occasione serrato i battenti ecco che aule e laboratori si svelano luoghi ideali per godere di un carnevale magico privo di emuli. Con il volto coperto da una maschera lignea nera e forse un po’ inquietante, quasi piegati in due sotto il peso dei campanacci, i Mamuthones avanzano lenti in modo cadenzato su due file parallele.
Nel frattempo i ben più agili Issohadores, maschere bianche e corpetti rossi, grazie ad un abile utilizzo del laccio (soha) catturano in segno di buon auspicio giovani donne e cari amici. Restituiti gli ostaggi al proprio destino, sono gli stessi Issohadores a definire il ritmo della danza e a guidare gli appesantiti compari lungo un cammino apotropaico che mira non soltanto a proteggere i raccolti, ma anche e soprattutto a garantire anni di abbondanza. Basta un colpo di spalla: l’inimitabile clangore di campanacci, colonna sonora amata dagli uomini ma invisa agli spiriti maligni, si trasforma in una musica di rinnovata speranza capace di attraversare secoli e confini. Così come da sempre si fa tutore di prosperità, il comune di Mamoiada, grazie alla stretta di mano tra Edile Orgosolo e Edliteco, ora può garantire ai suoi figli più giovani un luogo coibentato e sicuro dove imparare a crescere in sintonia con l’ambiente.