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Ecco cosa è necessario per la decarbonizzazione

Energie rinnovabili di
Lo svela un paper del Coordinamento Free (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) presentato a Key Energy su obiettivi e strategie al 2030

Gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 sono davvero impegnativi da raggiungere. Anzi, sono irraggiungibili senza un deciso cambio di passo. “Con un futuro risparmio aggiuntivo di energia annuo del 57%, superiore a quello degli ultimi sette anni, si riuscirà a malapena a mantenere i consumi finali di energia al livello del 2016. Per ridurli in modo consistente, sarà necessario applicare su larga scala, e per tutti i settori, i criteri di economia circolare, opzione che richiede però tempo per dare risultati significativi. La produzione di energia rinnovabile nel 2030 dovrà essere il doppio del 2016 e nel settore della mobilità il 10% degli autoveicoli dovrà essere elettrico, mentre il 30% del trasporto pesante su strada e il 50% di quello marittimo dovranno essere alimentati da 4,4 miliardi di metri cubi di biometano. Per quanto sfidanti, gli obiettivi al 2030 previsti dal position paper offrono un’opportunità da non perdere per potenziare i comparti produttivi esistenti e svilupparne di nuovi”. Lo ha dichiarato Gb Zorzoli, presidente del Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica), che ha organizzato un convegno presso Rimini Key Energy - Ecomondo dal titolo “Gli strumenti per realizzare i nuovi obiettivi al 2030”. Nell’occasione è stato presentato il position paper “Il Piano nazionale energia e clima. Le proposte del Coordinamento Free”.

“Al potenziamento di filiere industriali esistenti (come eolico, geotermico e idroelettrico) si aggiunge l’opportunità di completare quella del fotovoltaico, creando un mercato consistenti per moduli innovativi (moduli bifacciali), in fase di sviluppo in Italia, e per le batterie, dove nel nostro paese esistono almeno tre aziende con tecnologie proprie. La domanda di legno e di pellet per la produzione di calore sarà in grado di rimunerare la gestione sostenibile delle foreste, oggi carente, di cui in questi giorni stiamo purtroppo sperimentando le conseguenze, mentre la produzione di biogas (trasformabile in biometano) in aziende agricole consentirà lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile sotto il profilo sia ambientale, sia economico”.

“Infine, attraverso la filiera dell’auto elettrica è possibile rilanciare la competitività del settore automotive, che negli ultimi decenni ha subìto un evidente ridimensionamento. In Germania e in Spagna per ogni nuova vettura immatricolata se ne producono rispettivamente 1,71 e 2,05. In Francia e nel Regno Unito il rapporto è rispettivamente 0,81 e 0,64. In Italia il rapporto è solo 0,39. E ne ha risentito l’occupazione.

In sintesi, il position paper del Coordinamento Free propone un Piano Energia e Clima che darebbe vita all’energia 4.0, motore di innovazione e di sviluppo in importanti settori industriali, strumento per il rilancio del settore agricolo, oggi in crisi, veicolo per gestione virtuosa del ciclo dell’acqua e del patrimonio forestale”.

Al convegno di Free hanno preso parte: Gianni Silvestrini (Free), Livio de Santoli (Free), Marino Berton (Aiel), Simone Togni (ANEV), Andrea Zaghi (Elettricità Futura), Christian Curlisi (Cib), Pietro Menga (Cei Cives)), Luigi Michi (Terna), Carlo De Masi (Adiconsum), Francesco Ferrante (Free), Stefano Besseghini (presidente ARERA), Gianni Girotto (presidente X Commissione Senato), Gianluca Beneamati (Vice Presidente della X Commissione Camera), Agostino Re Rebaudengo (Vice presidente Elettricità Futura), Paolo Rocco Viscontini (Italia Solare), Luca Barberis (Direttore Divisione Sviluppo Sostenibile GSE). Le conclusioni sono state affidate al Sottosegretario al Ministero per lo Sviluppo Economico, Davide Crippa.