Il percorso verso un equo compenso per i professionisti italiani continua. Dopo l’avvio del Tavolo Tecnico sull’equo compenso, insediato presso il Ministero della Giustizia, si segnala un’altra iniziativa: il Segretario del PD, Nicola Zingaretti, ha chiamato a raccolta Ordini e associazioni professionali per discutere una serie di proposte.
Cosa ne pensano gli architetti italiani?
Ha partecipato anche il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che ha espresso concetti interessanti: “L’introduzione effettiva dell’equo compenso a livello nazionale oltre a riguardare la dignità dei professionisti italiani e il riconoscimento del loro ruolo rappresenta un obbligo morale soprattutto nei confronti dei cittadini. E’ infatti il presupposto fondamentale per garantire una concorrenza che abbia come riferimento primario, in tutti i settori, la qualità della prestazione professionale”.
“Per quanto riguarda la nostra professione - sottolinea il Presidente degli architetti italiani, Giuseppe Cappochin - non possiamo che ribadire il rilevante interesse pubblico della progettazione di qualità, capace di generare plusvalore economico e sociale, non solo in riferimento all’opera progettata, ma a tutto l’ambiente circostante. La qualità ha infatti un costo che è di gran lunga inferiore al plusvalore che è in grado di generare. E la valorizzazione nel campo dell'architettura deve avvenire, come negli altri grandi Paesi europei, attraverso concorsi di progettazione aperti in due gradi”.
“Da un punto di vista più generale - conclude Cappochin - è ormai tempo che venga riconosciuto l’importante contributo economico e sociale che i professionisti italiani, vero motore dello sviluppo, assicurano alla collettività. Va infatti sottolineata la peculiarità della loro attività, l’unica in grado di mettere insieme il valore della conoscenza, la necessità dell’approccio etico e il perseguimento dell’interesse pubblico”.