Nel nostro Paese gli edifici storici, sottoposti a vincoli, rappresentano una straordinaria ricchezza. Molti di essi svolgono una funzione pubblica. Tipici esempi sono scuole e ospedali. Ma in caso di ristrutturazione, è più importante la tutela del bene o l’utilizzo funzionale?
L’Anac ha determinato che è la tutela del bene a prevalere. Gli interventi di manutenzione, restauro, risanamento conservativo, riqualificazione su edifici e manufatti di interesse storico-artistico presentano un maggiore grado di complessità, che determina un importo a base di gara più elevato. Inoltre, l’affidamento ed esecuzione di servizi di ingegneria e architettura in tali casi richiedono il rispetto della normativa speciale posta dal Codice dei bene culturali e del paesaggio, e delle disposizioni speciali previste dal Codice degli Appalti.
Il principio rilevato dall'Anac
E’ quanto ha chiarito l’Autorità Nazionale Anticorruzione, rispondendo ad una richiesta di parere avanzata dall’Oice, che chiedeva come operare la corretta individuazione della destinazione funzionale delle opere nel caso di affidamento di servizi di ingegneria e architettura relativi ad edifici destinati a utilizzi pratici come scuole e ospedali, ma all’interno di strutture storiche.
Con la delibera N. 26 dell’11 gennaio 2023, Anac ha messo in chiaro che l’affidamento di tali servizi di ingegneria e architettura relativi a edifici astrattamente riconducibili a più destinazioni funzionali deve avvenire prendendo in considerazione la categoria con maggiore complessità. E nel caso di beni sottoposti a tutela (decreto legislativo N.42/2004), questa è l’elemento prevalente, anche rispetto alla destinazione finale dell’edificio. La certificazione dei servizi deve pertanto compatibile con la categoria di opere individuate nel bando di gara.