L’edilizia, al netto di alcune criticità da risolvere, come il caro materiali, sta vivendo un buon momento, sospinta dal Superbonus del 110% e dalle altre detrazioni fiscali. Ma un problema si profila all’orizzonte. Vediamo di cosa si tratta.
L’analisi degli ultimi dati dell’Istat evidenziano che il lavoro dipendente ha interamente recuperato i livelli pre-crisi, mentre si conferma che la crisi del lavoro si concentra sul lavoro indipendente. A ottobre 2021 gli occupati dipendenti, al netto della stagionalità, salgono di 130 mila unità (+0,7%), un recupero trainato dal lavoro a termine (+147 mila occupati, +5,0%), mentre tiene il lavoro dipendente permanente (-0,1% pari a 17 mila unità in meno).
Con la ripresa della domanda di lavoro, sale la difficoltà di reperimento delpersonale specializzato. L’analisi dei dati del sistema Excelsior di Unioncamere-Anpal evidenzia che a dicembre 2021 le imprese segnalano che è difficile da reperire il 42,3% delle entrate previste di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, valore che supera di 4,8 punti percentuali il 37,5% della media del totale delle entrate.
Nel dettaglio per gruppo professionale, tra questi lavoratori risultano difficili da reperire il 51,1% degli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche, il 48,4% degli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici ed il 42,7% degli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta.
La pandemia ha reso più difficile la ricerca di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine: rispetto al dicembre 2019, infatti, la quota di difficoltà di reperimento risulta più alta di 5,8 punti percentuali e gli aumenti più marcati si rilevano per le figure professionali specializzate nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (+14,3 punti), per i conduttori di macchinari mobili (+9,1 punti) e i conduttori di mezzi di trasporto (+8,9 punti), confermando una nostra precedente analisi in un focus di Confartigianato Trasporti.
Dove si fatica di più a trovare operai?
A livello territoriale, le regioni con le più alte quote di entrate totali di lavoratori difficili da reperire a dicembre 2021 sono la Liguria con il 47,7%, il Friuli-Venezia Giulia con il 45,6%, il Veneto con il 44,5%, l’Emilia Romagna con il 43,6% e le Marche con il 41,5%. La Liguria registra il maggiore aumento di tale quota, con 24,4 punti percentuali in più rispetto a dicembre 2019, seguita, con crescita a doppia cifra, dalla Valle d’Aosta, con 22,8 punti in più e dalla Sardegna con 10,1 punti in più. In chiave settoriale, nelle costruzioni la difficoltà di reperimento è del 47%, di ben 9,5 punti superiore rispetto alla media.