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Edilizia: tempi complicati, come sta reagendo il settore?

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Edilizia: tempi complicati, come sta reagendo il settore?
L’edilizia può guidare la ripresa economica e si prepara ad affrontare la rivoluzione green: ecco perché il suo ruolo sarà decisivo per il futuro del Paese

C’è un settore che più di altri ha resistito alle incertezze economiche, dimostrando solidità e capacità di trainare la ripresa italiana: l’edilizia. Spinta dalla ripresa del potere d’acquisto delle famiglie e dai fondi del PNRR, l’attività nelle costruzioni continua a sorprendere. Secondo le previsioni di aprile della Banca d’Italia, nel 2025 gli investimenti nel comparto torneranno in positivo (+0,2%), una netta revisione rispetto al -3,3% stimato a dicembre.
Nel 2024, la crescita dell’8,6% degli investimenti in fabbricati non residenziali e altre opere (in larga parte sostenuta dal PNRR) ha consolidato la tenuta del settore. Tra il 2019 e il 2024, il valore aggiunto delle costruzioni in Italia è aumentato del 44,5%, contro una stagnazione media europea dello 0,6%, contribuendo in modo decisivo al +6,1% del valore aggiunto complessivo del Paese.
A livello territoriale, nel 2023 (ultimo anno con dati disponibili) il valore aggiunto delle Costruzioni è cresciuto dell’8,2%, con performance particolarmente brillanti nel Centro e Sud Italia: +13,1% nel Lazio, +12,9% in Abruzzo, +12,3% in Trentino-Alto Adige.
L’artigianato si conferma protagonista: nel 2021 rappresentava il 31% del valore aggiunto delle Costruzioni, con punte del 50% in Valle d’Aosta e superiori al 40% in numerose province tra cui Rieti, Imperia e Livorno.

Edilizia: le nuove sfide del settore

Ma le prospettive non sono solo rosee: il settore edilizio è chiamato a una trasformazione profonda per affrontare le sfide ambientali. “Gli edifici europei consumano molta energia ed emettono CO2: serve un’azione decisa per migliorarne l’efficienza”, si legge nell’articolo di Enrico Quintavalle pubblicato su Quotidiano Energia.
In Italia, il 68% delle abitazioni è stato costruito prima del 1980, e un immobile risalente a prima del 1992 emette oltre tre volte più CO2 rispetto a uno recente. La nuova direttiva europea 2024/1275 punta ad accelerare il tasso di riqualificazione, ma questo obiettivo richiede incentivi fiscali stabili e una strategia di lungo periodo.
Come sottolinea Confartigianato, “per raggiungere gli obiettivi climatici servono incentivi stabili”, anche alla luce dei costi energetici sempre più pesanti per le famiglie italiane. La riduzione delle detrazioni previste dalla manovra 2025, invece, rischia di rallentare il percorso verso un’edilizia più sostenibile.


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