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Emilia-Romagna: come impedire nuove tragedie?

Sicurezza e Sistemi di Protezione di
Emilia-Romagna: come impedire nuove tragedie?
La riflessione degli ingegneri: “Gli edifici attuali non sono progettati per fronteggiare queste situazioni, per essere invasi dall’acqua sin dalle fondamenta”

Purtroppo siamo alle prese con una nuova, drammatica emergenza. Il maltempo ha travolto l’Emilia-Romagna e non solo, causando vittime e gravi danni agli edifici. Concentriamoci su questi ultimi per capire come si possono evitare altre tragedie.

“Desidero esprimere, a nome del Consiglio Nazionale e di tutti gli ingegneri italiani, la massima solidarietà alle popolazioni dell’Emilia Romagna, colpite in questi giorni da una tremenda emergenza legata al maltempo. Dobbiamo partire dalla considerazione che gli edifici non sono progettati per fronteggiare queste situazioni, per essere invasi dall’acqua sin dalle fondamenta. Questo comporta che, passata l’emergenza, occorrerà valutarne il livello di sicurezza. Da questo punto di vista, come ingegneri e come professionisti tecnici, disponiamo di un organismo come la Struttura Tecnica Nazionale che agirà a supporto della Protezione Civile attraverso sopralluoghi che consentiranno di valutare i danni”. Così Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, ha commentato l’emergenza in Emilia Romagna.

“Ripensare la sicurezza degli edifici”

Perrini ha poi aggiunto: “Dobbiamo prendere atto del fatto che viviamo in un territorio fortemente a rischio sul piano idrogeologico. Sono circa 7 milioni gli italiani che vivono in zone ad elevato rischio. A tutto questo dobbiamo aggiungere il fatto che su questo territorio così fragile si è costruito molto, forse troppo e senza una corretta pianificazione. A queste difficoltà si aggiunge poi la scarsa manutenzione. In queste condizioni, se si verifica un evento per cui in poche ore cadono le stesse quantità di pioggia normalmente registrate in tre o quattro mesi è facile attendersi dei disastri. Questa realtà impone anche a noi ingegneri di ragionare in maniera diversa. Dovremo ripensare alle capacità idrauliche dei nostri edifici e, più in generale, alla loro sicurezza, tenendo presente la realtà del nostro territorio e gli oggettivi cambiamenti climatici in atto”.

 

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