Il commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani - anche grazie ad alcuni elementi definiti dalla Legge di Stabilità del Governo nazionale, che garantiscono maggiore elasticità nell’utilizzo delle risorse per la ricostruzione - vara due ordinanze per i centri storici e urbani.
L’obiettivo dei provvedimenti è quello di favorire il ripristino delle condizioni di vita, la ripresa delle attività economiche e la riduzione della vulnerabilità in ambiti che abbiano subito danni molto gravi al patrimonio edilizio abitativo, produttivo e per servizi, ai beni culturali e alle infrastrutture attraverso programmi di rigenerazione che si integrino con gli interventi di ricostruzione già in atto.
Le due ordinanze prevedono la possibilità di realizzazione da parte dei Comuni di un Piano organico, importante norma di flessibilità costruita in accordo con i sindaci dei Comuni coinvolti e la possibilità di recuperare anche gli immobili di proprietari che non intendono farlo attraverso la vendita e successiva destinazione all’affitto in modo da raggiungere il duplice risultato di ricostruire e aumentare l’offerta di alloggi in locazione rivitalizzando i centri storici.
Oltre a questi provvedimenti, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato una misura per la “città pubblica”, mettendo a disposizione dell’area colpita dal sisma ulteriori 11 milioni di euro con la Legge di bilancio del 2014.
Piano organico, delocalizzazioni, acquisti di immobili
Il Piano organico è un documento programmatico-operativo che, sulla base delle risorse per la ricostruzione effettivamente disponibili (quelle previste dalla Lr 16 e Lr 19) delinea la strategia generale e definisce l’insieme delle azioni che il Comune, d’intesa anche con altri soggetti pubblici e privati, intende attivare per la rigenerazione degli ambiti urbani, la rivitalizzazione delle funzioni economiche, sociali e amministrative e all’aumento dei residenti.
Il Piano organico dovrà essere approvato dal Consiglio comunale di ciascuna municipalità interessata e avrà la funzione di ordinare gli interventi che si possono realizzare rapidamente, possibili nel breve periodo, tra quelli previsti dal Piano di Ricostruzione.
Prevista anche la delocalizzazione, ovvero la possibilità, da parte di chi ha l’immobile danneggiato gravemente (E3 e E2) o demolito, di acquistare o ricostruire in un’altra zona della città con un contributo pari a quello dovuto per l’edificio danneggiato. Quest’ultimo deve in cambio essere ceduto gratuitamente al Comune.
Entrambe le ordinanze prevedono misure che consentono l’acquisto con modalità e finalità differenti.
I proprietari di alloggi gravemente danneggiati avranno la possibilità di acquistare una nuova abitazione, in zone indicate dal piano organico, anziché riparare la vecchia che verrà ceduta in cambio al Comune.
Viene disciplinato l’acquisto di immobili danneggiati, da parte di imprese, costruttori o soggetti terzi, anche pubblici, come le Acer, che possono essere recuperati con il contributo dovuto per quell’immobile. Il nuovo proprietario è però obbligato a mettere lo stesso edificio in locazione a canone concordato per un periodo medio lungo. Possibile anche vendere l’immobile, ma con una riduzione del contributo dovuto, o realizzare un affitto con patto di futura vendita.
Città pubblica e politiche per i centri storici
Con uno stanziamento di 11 milioni di euro previsti dal bilancio 2014, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, sempre nell’ambito di qualità complessiva della rinascita dei centri storici e urbani, ha approvato una delibera che si occupa della cosiddetta città pubblica (marciapiedi, strade, piazze), per integrare i piani di rivitalizzazione con interventi destinati a completare operazioni anche nelle parti con destinatarie di contributi per la ricostruzione.
A tutti gli interventi resi possibili dalle nuove ordinanze si aggiungono quelli già consentiti dalle precedenti disposizioni, in particolare attraverso le Umi, i Piani della ricostruzione ed i Piani per la riparazione degli edifici pubblici e dei beni culturali, che potranno concorrere, con iniziative integrate anche con soggetti privati, alla messa a punto da parte di ciascun Comune di politiche organiche di rivitalizzazione del centro storico.