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Emissioni di CO2: il Parlamento europeo ha approvato la riserva di stabilità del mercato

Energie rinnovabili di
Ivo Belet: “La riserva di stabilità è uno strumento efficiente e orientato al mercato che stabilizza il nostro sistema di scambio delle quote di emissione”


Una riforma del sistema europeo di scambio delle quote d'emissione (ETS), che mira a ridurre il surplus dei diritti di emissione destinati al mercato al fine di sostenerne il prezzo e facilitare cosi la riduzione delle emissioni di CO2, è stata approvata dal Parlamento.

Il nuovo regolamento crea un sistema che preleva automaticamente una porzione di quote di permessi di emissione CO2 dal mercato per porle in una riserva di "stabilità", qualora l'eccedenza sia superiore a una certa soglia. Nello scenario contrario, le quote potrebbero essere restituite al mercato. Il surplus delle quote di emissione, introdotto nel sistema dal 2009, è stimato in oltre 2 miliardi.

La riserva di stabilità è uno strumento efficiente e orientato al mercato che stabilizza il nostro sistema ETS e quindi salva il pilastro centrale della politica di sostenibilità e contro i cambiamenti climatici in Europa. La riserva è un elemento fondamentale per fare in modo che i prezzi CO2 stimolino l'innovazione nel settore dell'efficienza energetica. Questa riforma mette l'Europa sulla strada giusta per raggiungere l'ambizioso obiettivo del 40% in meno di emissioni di CO2 entro il 2030”, ha dichiarato Ivo Belet (EPP, BE), relatore.
Il testo negoziato con il Consiglio è stato approvato con 495 voti a favore, 158 contrari e 49 astensioni.

Secondo l'accordo, le 900 milioni di quote già congelate almeno fino al 2019 saranno collocate in riserva. Le eventuali quote rimanenti e non assegnate entro la fine dell'attuale fase di negoziazione (2020) dovrebbero essere messe in riserva, previa una revisione generale della direttiva ETS che sarà presentata dalla Commissione quest'anno.

La riforma, già concordata informalmente con la Presidenza lettone del Consiglio, entrerà in vigore prima di quanto previsto in origine, il 1° gennaio 2019, anziché 2021, come proposto dalla Commissione.
Prima che possa entrare in vigore, la legislazione deve essere formalmente approvata dal Consiglio a settembre.

Download:
- il testo della riforma