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ENEA e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: ecco il Rapporto sulla Green economy

Energie rinnovabili di
La Green economy punta su produzioni di beni e servizi a elevata qualità ecologica, in grado di affrontare la crisi economico-finanziaria e climatica-ecologica, alimentando un nuovo sviluppo


È stato presentato all’ENEA il Rapporto “Green economy per uscire dalle due crisi”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dall’ENEA a supporto degli Stati generali della Green economy, che si sono tenuti recentemente in occasione della Fiera Ecomondo di Rimini. Hanno partecipato alla presentazione, oltre ai curatori Edo Ronchi e Roberto Morabito e a tutti gli altri autori, il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e il Commissario dell’ENEA Giovanni Lelli.

La Green economy punta su produzioni di beni e di servizi a elevata qualità ecologica in grado di affrontare sia la crisi economico-finanziaria, sia quella climatica-ecologica, alimentando un nuovo sviluppo. La Green Economy promuove inoltre un’idea di benessere non legata alla crescita del consumismo, ma allo sviluppo di consumi più equi, sobri e consapevoli, e sollecita un uso efficiente dell’energia e delle risorse materiali, innovazioni di prodotto e di processo, nuove competenze e professionalità, con significative possibilità di aumento dell’occupazione.

Anche il nostro Paese è ormai maturo per un mercato ecosostenibile e ha bisogno di attivare un percorso di rinnovamento attuando sinergie tra il mondo industriale,quello della ricerca e dell’innovazione tecnologica.

Per favorire lo sviluppo di una Green economy, occorre realizzare un quadro normativo stabile e coerente, all’interno del quale poter contare su competenze e professionalità, e la comunità scientifica, e l’ENEA in particolare, è pronta a supportare le esigenze che provengono dalle diverse realtà produttive mettendo a disposizione le necessarie competenze tecniche nel settore dell’energia, del trasferimento tecnologico e dell’ambiente.

La qualità delle manifatture, il design e le peculiarità territoriali che contraddistinguono il nostro Paese nel mondo, grazie a tutto il capitale di risorse naturali e culturali sono sinonimo di bellezza e di qualità, che ben si sposano con i valori della produzione “green”. Accanto ad un’industria manifatturiera di grandi tradizioni ed a produzioni agroalimentari di eccellenza, possiamo oggi vantare anche una crescita nel settore delle rinnovabili, dell’uso razionale dell’energia e del riciclo, grazie alla disponibilità di elevate capacità tecnologiche e professionali di alto livello.

Siamo tuttavia un Paese che continua a pagare una bolletta energetica salata perché siamo costretti ad importare gran parte dell’energia consumata. Per queste ragioni diventa prioritaria una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico. Allo stesso tempo, un forte sviluppo dell’industria del riciclo comporterebbe un grande vantaggio per la nostra industria manifatturiera che importa ingenti quantità di materie prime.

La prima parte del Rapporto fornisce un contributo di analisi e di approfondimento della Green economy, sulla base delle elaborazioni dell’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente), dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), dell’Unione Europea e della Conferenza di Rio+20. Oltre all’analisi degli strumenti economici, viene posta una particolare attenzione al ruolo che riveste il patrimonio delle risorse culturali ed ambientali in Italia alla luce della Green economy.

La seconda parte del Rapporto evidenzia sei settori strategici per lo sviluppo della green economy in Italia, che sono: l’ecoinnovazione; l’efficienza ed il risparmio energetico; le fonti energetiche rinnovabili; l’uso efficiente delle risorse, la prevenzione ed il riciclo dei rifiuti; le filiere agricole di qualità ecologica; la mobilità sostenibile. L’analisi di questi settori strategici, anche sulla base di confronti internazionali, evidenzia come una svolta economica in chiave green abbia rilevanti potenzialità di sviluppo proprio in Italia.