Nei giorni scorsi s’è svolto in Lussemburgo il Consiglio Europeo su Energia e Ambiente. Quali risultati sono stati ottenuti e quali obiettivi sono stati fissati? Ce lo svela un comunicato del Ministero della Transizione Ecologica.
I ministri hanno raggiunto un accordo che impegnerà i Paesi dell’Unione a produrre almeno il 40% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 e di realizzare interventi di efficientamento, che permettano di ridurre il consumo di energia del 9% rispetto ai livelli previsti nel 2030. Per quanto riguarda l’uso di rinnovabili nei trasporti è stato inoltre ripristinato il sistema dei moltiplicatori che vige oggi nella Direttiva attuale (RED2), dando pari dignità alle diverse fonti rinnovabili. Possiamo pertanto continuare il nostro programma di sostegno dei biocarburanti avanzati, settore in cui l’Italia è all’avanguardia, senza modifiche all’impianto normativo.
Il 28 giugno, durante il Consiglio ambiente, è stata operata una revisione della direttiva che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra (ETS), con estensione agli edifici, all’ aviazione, al trasporto marittimo. L’Italia ha assunto un ruolo di guida a livello di decarbonizzazione, che vede i propri obiettivi per quanto riguardano i settori non coperti da sistema ETS, detti di effort sharing (ESR) aumentare dal 33 al 43,7 % entro il 2030. L’Italia ha fortemente difeso l’esigenza di aiutare i paesi e le fasce sociali più vulnerabili con la nascita di un Fondo sociale per il clima, del valore di 59 miliardi di euro, in grado di sostenere i soggetti più esposti agli aumenti dei costi indotti da queste misure. Sono stati inoltre concordati incentivi per le compagnie aeree che usano combustibili sostenibili ed esenzioni mirate per i collegamenti che assicurano la connettività delle piccole isole e l’adempimento degli obblighi di servizio pubblico nella navigazione. Inoltre, è stato previsto un adeguato periodo di adattamento per i produttori di prodotti fondamentali per la nostra economia (acciaio, siderurgia, fertilizzanti, cemento e alluminio), che li aiuti a restare competitivi nelle loro esportazioni e a innovarsi con tecnologie verdi.
Con riferimento al settore automotive, sono stati raggiunti importanti risultati per assicurare una transizione verso una mobilità a zero emissioni sostenibile sia dal punto di vista tecnico che socio-economico. Il phase-out per i motori a combustione interna è confermato per il 2035. In tale ambito l’Italia ha ottenuto un percorso di transizione senza strappi, in particolare per garantire l’eccellenza italiana delle piccole produzioni di automobili e furgoni; è stata inoltre raggiunta un’apertura importante per l’utilizzo di carburanti sintetici a impatto ambientale zero (o comunque molto basso), che consentono la riduzione sostanziale della Co2 anche utilizzando motori tradizionali. Tale soluzione ripristina il principio della neutralità tecnologica del pacchetto normativo, garantendo che tutte le tecnologie possano contribuire al processo di decarbonizzazione, a tutela dei paesi e le fasce più deboli che potrebbero non essere in grado di completare la transizione alla mobilità elettrica entro la data prevista, garantendo comunque la decarbonizzazione.
Il commento del Ministro Cingolani
“Questi due giorni di lavori in Lussemburgo hanno dimostrato ancora una volta che stiamo mettendo in atto molte iniziative e stiamo facendo qualcosa di unico al mondo - spiega il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani -. Le scelte che sono state prese vanno nell’auspicata direzione di una transizione ecologica rapida, ma che non lascia nessuno indietro”.