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Equo compenso: dalla Corte dei Conti un esempio virtuoso

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Equo compenso: dalla Corte dei Conti un esempio virtuoso
Il dibattito politico sull’applicazione dell’equo compenso resta ancora molto acceso, ma l’ultimo bando della Corte dei Conti va nella giusta direzione

I professionisti registrano un passo in avanti nella lunga battaglia per l’equo compenso. La buona notizia arriva dalla Corte dei Conti, il cui bando di gara rappresenta un esempio virtuoso. Scopriamo di più.
Nella gara di affidamento dell’intervento di riqualificazione di un immobile finalizzato alla realizzazione di un Polo logistico, la Corte dei Conti applica il ribasso del corrispettivo, calcolato secondo il decreto “parametri”, alla sola componente delle spese ed oneri accessori. Una buona notizia, dunque, che arriva in un momento nel quale il dibattito politico resta ancora molto acceso.
La posizione della Fondazione Inarcassa al riguardo è ampiamente nota. Il ribasso applicabile alla sola componente delle spese e accessori rappresenta un compromesso accettabile che premia il lavoro degli architetti e ingegneri liberi professionisti nell’ambito dei servizi resi nei confronti della Pubblica Amministrazione. Non sono accettabili quelle posizioni (purtroppo ancora resistenti nel panorama dei lavori pubblici) che mortificano il lavoro dei professionisti e pretendono di escludere l’applicazione dell’equo compenso nella determinazione del calcolo dei corrispettivi nei bandi di affidamento dei servizi di architettura e ingegneria.
Sul piano giurisprudenziale, inoltre, non vanno trascurate le sentenze più recenti del 2024, che segnano un indirizzo importante della giustizia amministrativa e inquadrano il tema dell’equo compenso nella sua cornice più ampia rispetto ai rapporti con la Pubblica Amministrazione. Le sentenze del Tar Veneto e del Tar Lazio, infatti, a distanza di pochi mesi l’una dall’altra, sottolineano il valore della legge n. 49/2023, che “ha riscritto le regole in materia di corrispettivo per le prestazioni professionali, garantendo la percezione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”. Va anche sottolineato che il bando della Corte dei conti non è affatto un esperimento isolato nel panorama della pubblica amministrazione.

Equo compenso: altri esempi virtuosi

Nell’ambito dell’attività di contrasto ai bandi irregolari, la Fondazione Inarcassa non manca mai di rilevare, a mo’ di esempi virtuosi, nei confronti delle stazioni appaltanti che disapplicano la norma sull’equo compenso, quei bandi di gara che interpretano correttamente la normativa di riferimento. Si fa riferimento, in particolare, alla procedura indetta dall’Agenzia del Demanio nel mese di settembre 2023, che espressamente prevede che “i compensi stabiliti per le prestazioni d’opera intellettuale attinenti ai servizi di ingegneria e architettura […] sono stati considerati inderogabili e non ribassabili”. Così come il bando indetto ad ottobre 2023 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti concernente un appalto integrato nel quale è prevista l’esclusione dal ribasso d’asta per la parte riguardante i servizi di architettura ed ingegneria. Infine, altre due stazioni appaltanti che, a seguito di un’azione di contrasto promossa dalla Fondazione Inarcassa, hanno rettificato i propri bandi di gara applicando, quindi, correttamente l’equo compenso.
L’auspicio, dunque, è che la gara indetta dalla Corte dei Conti non resti l’ultimo esempio virtuoso; anzi, che diventi un modello per le altre pubbliche amministrazioni nell’ambito degli affidamenti dei servizi di architetti e ingegneria.


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