L’equo compenso dei professionisti non è ancora garantito. A che punto siamo? È appena ripreso presso la Commissione Giustizia del Senato l’esame della proposta di legge. Vediamo allora cosa auspica Confprofessioni.
“Ci appelliamo al Parlamento affinché si trovi una mediazione sulla legge sull’equo compenso”. È il commento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, sulla ripresa dell’esame della proposta di legge sull’equo compenso presso la Commissione Giustizia del Senato.
“Nelle scorse settimane - spiega Stella - avevamo espresso tutte le nostre perplessità su un testo di legge che, per essere realmente efficace, necessita di alcune modifiche sostanziali, correggendo i passaggi che, paradossalmente, penalizzano gli stessi professionisti che si vorrebbero tutelare. Allo stesso tempo riteniamo imprescindibile impegnarsi per l’approvazione di una legge che, finalmente, garantisca i professionisti nei confronti dei committenti forti”.
La proposta del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma
“Per tali ragioni - aggiunge il presidente di Confprofessioni - non possiamo che condividere le parole del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Antonino Galletti, che propone di approvare la legge emendando i due passaggi più controversi (il procedimento disciplinare nei confronti dei professionisti, articolo 5 comma 5, e la presunzione legale di equità delle convenzioni previste dall’articolo 6) per poi calendarizzare il testo alla Camera, in sede deliberante, prima della pausa estiva”.
“Sarebbe la soluzione più equilibrata - conclude Stella - L’unica che garantirebbe l’effettiva esigibilità dell’equo compenso per i professionisti. Per tali ragioni ci appelliamo a tutte le forze politiche presenti in Parlamento affinché non venga sprecata l’occasione di affermare il diritto dei professionisti a ricevere un compenso proporzionato alla qualità e alla quantità della prestazione professionale svolta”.
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