Nei giorni scorsi il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha convocato istituzioni, enti e associazioni interessate al Correttivo al Codice Appalti. Tra i nodi da sciogliere c’era quello sull’equo compenso. Vediamo insieme cos’è emerso.
Il Ministro Salvini ha ricordato la scadenza del prossimo 31 dicembre per la definizione del correttivo. A seguire la Dr.ssa Elena Griglio, dirigente dell’ufficio legislativo MIT, ha analizzato lo stato dell’arte, sottolineando le oltre 600 proposte arrivate dai 74 stakeholder che hanno partecipato attivamente al confronto. Tra gli argomenti più dibattuti c’è stato quello relativo all’applicazione dell’equo compenso. A questo proposito, il Ministro, anticipando che si assumerà la responsabilità delle scelte, ha preso atto delle posizioni differenti sul tema: le professioni tecniche, unitariamente convinte dell’applicazione ai pubblici affidamenti; i rappresentanti del mondo delle imprese, contrari alla norma.
È stato, inoltre, sottolineato lo scopo dell’azione del Ministro che è quello di utilizzare la norma come leva economica, avendo come elementi cardine l’esecuzione dei lavori e le tutele dei lavoratori. È anche emerso il dubbio se intendere il Correttivo come un miglioramento della norma esistente o una sua riscrittura.
Alla fine, il Ministero ha optato per una via intermedia: alcune tematiche sono da chiarire, altre da attuare e altre ancora da rafforzare. Parlando di temi specifici, sulla revisione dei prezzi sarà predisposto un nuovo allegato, anche grazie al lavoro dello specifico tavolo ministeriale, con due metodologie di calcolo per i lavori, mentre per servizi e forniture si procederà per categorie omogenee. Quanto all’equo compenso, l’orientamento sembrerebbe quello di attestarsi su una posizione di compromesso, specificando la possibilità di assoggettare i corrispettivi al ribasso in sede di gara, introducendo tuttavia dei meccanismi che ne limitino l’entità.
Equo compenso: la posizione degli ingegneri
“La nostra attenzione, naturalmente, è particolarmente rivolta all’applicazione dell’equo compenso - ha detto Sandro Catta nel corso del suo intervento -. Aspettiamo di leggere il testo del Correttivo per verificare che l’interpretazione di questo principio sia effettivamente ‘equa’. Questa si rende necessaria perché una legge che ha portato dei benefici ai professionisti ora rischia di venir meno, dato che assistiamo ad un ritorno ad interpretazioni e criteri di applicazione che ci portano indietro nel tempo, quando i professionisti non erano tutelati. Inoltre, siamo particolarmente interessati all’incremento del periodo di riferimento per i requisiti per l’attività di ingegneria e architettura e attendiamo di verificare se il testo lo prevede effettivamente”.
Nel corso del suo intervento Catta ha toccato anche altri punti quali il partenariato pubblico e privato che va definito in ordine ai contenuti del progetto, l’eccessivo ricorso all’appalto integrato e all’accordo quadro, le gravi criticità generate dall’abuso del subappalto a cascata, l’importanza del BIM e digitalizzazione, le criticità legate ai CAM. Infine, Catta ha sottolineato che il Consiglio Nazionale e gli Ordini professionali sono un ente pubblico rappresentativo dell’intera filiera delle costruzioni e non un’associazione di liberi professionisti, dunque si auspica un inserimento all’interno della Cabina di regia. In occasione della riunione il CNI ha fatto pervenire al MIT un articolato documento contenente le valutazioni sul Codice dei Contratti e le relative proposte di modifica.
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