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Equo compenso: la Regione Marche verso una svolta

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Nelle Marche ci sono oltre 30.000 professionisti, ordinistici e non. È necessario riequilibrare, in modo codificato, il rapporto tra qualità e giusta remunerazione della prestazione professionale

Da quanto tempo si parla di “equo compenso” per i professionisti? E cosa si sta facendo, nella pratica, per trasformare questo bel concetto in realtà? Ecco cosa sta cambiando nelle Marche.

L’Assemblea legislativa della Regione ha approvato all’unanimità la proposta sottoscritta dal Presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo (primo firmatario) e da quello della Commissione sviluppo economico, Gino Traversini.

Le dichiarazioni di protagonisti e diretti interessati

“La legge regionale sull’equo compenso - commenta il presidente di Confprofessioni Marche,Gianni Giacobelli - è una norma che aspettiamo da tempo: nelle Marche ci sono oltre 30.000 professionisti, ordinistici e non, e certamente trarranno un forte giovamento dalla prossima entrata in vigore di questo provvedimento che consente di riequilibrare, in modo codificato, il rapporto tra qualità e giusta remunerazione della prestazione professionale”.

“L’introduzione dell’equo compenso, voluta in una prima fase dal legislatore nazionale limitatamente ad alcune categorie - sottolinea il presidente del Consiglio Regionale,Antonio Mastrovincenzo - è stata poi estesa ad altri soggetti, fino a contemplare nell’intervento complessivo anche i contratti stipulati con la pubblica amministrazione. E’ in questo contesto che si colloca la nostra proposta, frutto di un confronto diretto con gli ordini e le organizzazioni di settore, che hanno contribuito in modo significativo all'elaborazione dell’atto”. Mastrovincenzo non manca di puntualizzare che “alla base di tutto, resta fermo l’impegno affinchè il lavoro, le competenze e l’equità ritornino ad essere centrali in tutte le strategie regionali d’intervento. Siamo particolarmente soddisfatti perché, attraverso questo provvedimento, le Marche si pongono tra le prime regioni italiane a legiferare in materia”.

Condivide la soddisfazione per il risultato raggiunto anche Roberto Di Iulio, Presidente dell’Ordine consulenti del lavoro e del Cup (Comitato unitario permanente degli ordini e dei collegi professionali) di Ancona: “Finalmente la Regione Marche fa un passo importante a difesa della dignità dei liberi professionisti”. Ed aggiunge: “L’abrogazione delle tariffe professionali ha causato veri e propri fenomeni di sfruttamento, con la proposta, da parte di alcuni committenti, di incarichi professionali a titolo gratuito. Il rispetto dell'art. 36 della nostra Costituzione non è una prerogativa di alcuni, ma un diritto di tutti coloro che lavorano per garantirsi una vita dignitosa. I liberi Professionisti non sono da meno e l'equo compenso è una conquista di civiltà a garanzia della dignità del nostro lavoro”.

Per il Presidente della Federazione Ordini Ingegneri delle Marche, Massimo Conti, “l’equo compenso è il riconoscimento di una professionalità sempre più all’avanguardia e deve essere l’occasione per un aggiornamento continuo dei processi tecnici che interessano circa 17.000 professionisti del settore attivi nelle Marche, garantendo prestazioni di eccellenza”.

Quali sono i contenuti della proposta di legge?

La proposta di legge è stata illustrata in Aula dai relatori Gino Traversini e Piero Celani, che hanno condiviso il parere positivo sulle finalità della stessa Pdl.

Nel dettaglio, l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa e la Giunta regionale vengono chiamati ad adottare atti di indirizzo che garantiscano la promozione e valorizzazione delle attività professionali attraverso il riconoscimento del diritto ad un equo compenso, necessariamente proporzionato alla quantità, alla qualità, al contenuto ed alle caratteristiche della prestazione resa, oltre che conforme ai parametri applicabili alla specifica professione, così come stabilito anche dal legislatore nazionale. Gli stessi parametri dovranno essere utilizzati, quale criterio o base di riferimento, ai fini dell’individuazione dell’importo da porre a base di gara e nei contratti di incarico professionale non dovranno essere inserite clausole vessatorie. Entro il 31 marzo di ogni anno, la Giunta regionale dovrà sottoporre all’Assemblea legislativa una relazione che ricomprenda i risultati dell’attività di monitoraggio. Viene previsto, inoltre, che la Regione promuova l’adozione, da parte degli Enti locali, di misure atte a garantire quanto stabilito dall’intervento legislativo in questione.