L'equo compenso non è solo un principio, ma una garanzia di correttezza e rispetto per i professionisti. E proprio su questo tema arriva una decisione che segna un punto fermo nella tutela dei progettisti: l'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha accolto l'istanza di precontenzioso presentata dall'OICE, l'Associazione delle società di ingegneria e architettura di Confindustria, annullando un bando che non rispettava le regole sull'equo compenso.
La delibera n. 102 del 19 marzo 2025 interviene su un bando di un Consorzio di bonifica che prevedeva un compenso forfettario di 30.000 euro per le attività preliminari alla redazione del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP), subordinando inoltre il pagamento del DOCFAP e del Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) all'ottenimento del finanziamento. Un meccanismo che l'Anac ha ritenuto non conforme alle norme vigenti.
Secondo l'Anac, il DOCFAP è un atto preliminare alla progettazione e non può essere affidato congiuntamente al PFTE. Deve quindi essere oggetto di un incarico separato, con un compenso calcolato secondo le tabelle ministeriali dell'allegato I.13 del Codice Appalti, che sono vincolanti e inderogabili. Inoltre, la delibera stabilisce che i compensi per i servizi di ingegneria e architettura non possono dipendere dall'esito della domanda di finanziamento, riaffermando un principio fondamentale di tutela dei professionisti.
Equo compenso: il commento del presidente dell’OICE
Giorgio Lupoi, Presidente dell'OICE, ha espresso grande soddisfazione: "La delibera dell'Autorità rappresenta un importante successo della nostra Associazione a tutela della corretta applicazione del Codice da parte delle stazioni appaltanti e soprattutto della dignità dei progettisti e del rispetto dell'equo compenso e del corretto equilibrio contrattuale. Fra le righe leggiamo, oltre ai richiami alle norme, anche la condivisione per la dignità del lavoro di tutti i progettisti. Con questo apprezzato provvedimento, che conferma l'Anac come organismo fondamentale per la corretta attuazione dei principi del Codice Appalti, si ribadisce da un lato che DOCFAP e PFTE sono cose ben distinte e non affidabili unitariamente, visti i diversi obiettivi cui tendono; dall’altro che l’attività professionale ha un suo valore intrinseco e la sua remunerazione non può essere aleatoria perché occorre sempre una copertura finanziaria. Siamo e saremo sempre in prima linea per fare sì che i fondamentali principi su cui poggia il nuovo Codice Appalti siano rispettati: dalla concorrenza, al mercato, dall’equo compenso all’equilibrio dei rapporti contrattuali, confortati anche da delibere come quella di oggi che ricordano alle stazioni appaltanti come applicare la normativa vigente”.
Questa decisione conferma l'importanza di una corretta applicazione del Codice Appalti, tutelando il valore del lavoro dei professionisti e garantendo compensi equi e certi.
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