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Equo compenso: parla il Viceministro della Giustizia

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Equo compenso: parla il Viceministro della Giustizia
Nell’ambito di un convegno dedicato al nuovo Codice dei Contratti, il Viceministro della Giustizia Sisto s’è espresso sull’equo compenso. Ecco le sue parole

L’equo compenso continua ad essere al centro del dibattito perché, nonostante sia diventato legge, non viene sempre rispettato. Su questo tema riportiamo allora un intervento particolarmente autorevole.

Lo scorso lunedì si è tenuto a Sannicandro di Bari un importante convegno dedicato al nuovo Codice dei Contratti, finalizzato all’aggiornamento professionale degli ingegneri in tema di gare pubbliche. L’evento, dal titolo "Il nuovo Codice degli appalti - D.Lgs. 36/2023. Novità e criticità per stazioni appaltanti e operatori economici", è stato organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari e fa parte di una serie di iniziative a carattere informativo promosse dal Consiglio Nazionale Ingegneri.  

Di particolare importanza le parole del Viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che ha espresso una posizione netta in tema di Equo compenso, affermando che esso va applicato al Codice dei Contratti senza se e senza ma, dunque a tutte le prestazioni professionali svolte per conto delle PA. Si è anche soffermato sul tema dei Rup (responsabile unico del procedimento), al quale il Codice dei Contratti impone competenze diverse, che coinvolgono anche l’area giuridica e quella amministrativa. Per questo motivo diventano fondamentali i percorsi di formazione.

Gli interventi dei rappresentanti degli ingegneri

Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI, ha aperto i lavori del convegno soffermandosi sul tema della formazione. "Riteniamo che la formazione sia fondamentale ai fini dell'esercizio della professione - ha detto -. Gli obblighi di formazione e il rispetto del codice deontologico, a nostro avviso, devono spingere il legislatore a far sì che tutti gli ingegneri che esercitano la professione siano iscritti all'Albo. E' inaccettabile che ci siano soggetti obbligati ad aggiornarsi e a seguire il codice e altri no, come se un medico potesse esercitare senza essere iscritto all'Albo".

“Il nuovo Codice dei Contratti - ha affermato Domenico Condelli, Consigliere del CNI - cambia la visione che il legislatore ha voluto dare sia alle libere professioni che alle pubbliche amministrazioni. In questo senso gli eventi come questo sono importanti per andare a discutere con i colleghi nei territori queste nuove impostazioni ed uniformarle. E' stata discussa l'applicazione dell'Equo compenso con il Codice dei Contratti vigente, pervenendo alla conclusione che è possibile la coesistenza di entrambe le norme. Rispetto alla questione dell’ambito di applicazione della disciplina dell’Equo compenso, è necessario precisare che, proprio sulla scorta di una lettura complessiva e non parcellizzata del quadro normativo di riferimento, emerge con evidenza che non può sollevarsi alcun ragionevole dubbio circa l’applicazione della disciplina dell’Equo compenso, così come dettata dalla L. n. 49/2023, al Codice dei Contratti”.

“Quando viene promulgata una nuova legge - ha detto Sandro Catta, Consigliere del CNI - le insidie per la nostra categoria sono le solite e attengono alla necessità di modificare un po’ le modalità con le quali svolgiamo le nostre attività. Nessuno stravolgimento, ma ci sono delle criticità che siamo intenzionati ad affrontare. In questo senso il confronto con i territori è fondamentale, in vista delle interlocuzioni istituzionali in occasione delle quali presenteremo le nostre proposte di migliorie”.

Il Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Bari, Umberto Fratino, da parte sua ha detto: "Il governo ha dato un segnale in una direzione, ma per essere operativi servono alcuni chiarimenti e momenti come questi, con figure tecniche e giuridiche, aiutano a diradare i dubbi e a far conoscere a fondo il nuovo Codice".

 

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