Secondo Feneal-Uil/Cresme, il 2009 vedrà una flessione dell’occupazione e della produzione nel settore edile. La perdita dei posti di lavoro colpirà soprattutto gli immigrati (previsione iniziale: un calo di 120 mila unità), senza risparmiare i lavoratori italiani (-80 mila unità). Questa è la conseguenza principale sul settore edile delle forti difficoltà del mercato delle costruzioni che dovrebbe registrare una flessione della produzione, a valori deflazionati, del 5,0% nel 2009.
Il momento di difficoltà potrebbe incidere soprattutto sulla nuova produzione edilizia privata, sia residenziale che non residenziale. La produzione di nuove abitazioni si dovrebbe ridurre infatti del 12,9% nel 2009, mentre l’edilizia non residenziale privata potrebbe subire un calo del 7,5% nel 2009.
Anche le opere pubbliche, sulla base dei dati di fatto al 1 dicembre 2008, sono caratterizzate da una previsione negativa, soprattutto per il 2009. Mentre per il totale delle nuove opere del genio civile il 2009 e il 2010 saranno anni difficili, per le grandi opere la crescita sarà importante nel 2009 e nel 2010, con una forte polarizzazione della spesa: le grandi opere passeranno dal 32% del mercato al 60% del 2011.
In termini di valori correnti la flessione della produzione si misura in poco meno del 10% del mercato in due anni, che in termini occupazionali, sui quasi 2 milioni di lavoratori che operano nel settore delle costruzioni vale circa 200.000 occupati. Gli occupati stranieri nelle costruzioni si stimano in 400.000 unità, è molto probabile che gran parte dei 200.000 lavoratori a rischio saranno stranieri con gli evidenti rischi sociali che ne conseguono (il valore stimato è di circa il 60% cioè 120.000 unità, soprattutto nelle aree del Nord, dove il numero degli addetti stranieri ha quasi superato quello dei lavoratori italiani). La frenata del settore comincia a produrre effetti anche in termini occupazionali, evidenziando una progressione in calo che, dall'incremento record del 2007 (15,7%), passa al 4,3% nel primo trimestre 2008, al 3,1% nel secondo trimestre, al 2% nel mese di luglio, per giungere allo 0,7% nel mese di agosto 2008.
Valutando nel complesso le dinamiche di crescita reale e gli effetti indotti dall'emersione dal sommerso, l'incremento dell'occupazione italiana è risultato sistematicamente inferiore a quello della componente straniera, con una conseguente perdita di peso della quota autoctona sulla capacità occupazionale complessiva del settore. Nel corso del 2008 questa tendenza evidenzia prima un progressivo rallentamento ed infine, nel mese di agosto, una netta inversione, con una incidenza dell'occupazione italiana sul totale che passa dal 66,3% al 66,9%. In definitiva, è ragionevole ritenere che, superato l'effetto emersione, la frenata del settore stia cominciando ad agire soprattutto sulla componente straniera, più vulnerabile e meno tutelata dal punto di vista contrattuale.