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FenealUil accoglie con favore <br> la tracciabilità dei voucher

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Tuttavia la preannunciata novità che stabilisce le modalità con cui il datore di lavoro dovrebbe comunicare, con precisione, l’inizio e fine della prestazione non può risolvere tutto

"Dopo l’allarme lanciato, anche dalla Uil, sulla forte crescita dei voucher venduti nel 2015 - 115 milioni (+66,1 % sul 2014) con 1.695.374 lavoratori coinvolti - ben venga un intervento che regoli il fenomeno", afferma il segretario Guglielmo Loy in una nota.

Il Ministero ha infatti previsto che i voucher per le prestazioni di lavoro accessorio saranno resi pienamente tracciabili. Le imprese che li utilizzeranno dovranno comunicare preventivamente, in modalità telematica, il nominativo ed il codice fiscale del lavoratore per il quale verranno utilizzati, insieme con l’indicazione precisa della data e del luogo in cui svolgerà la prestazione lavorativa e della sua durata. Questo è quanto prevede una norma inserita nel primo decreto correttivo dei decreti attuativi del jobs act, che verrà portato all’approvazione in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri.

“Tuttavia - prosegue la nota della Uil - la preannunciata novità che stabilisce le modalità con cui il datore di lavoro dovrebbe comunicare, con precisione, l’inizio e fine della prestazione non può risolvere tutto. Per la Uil si dovrebbero apportare ulteriori modifiche: escludere interi settori come industria, turismo e terziario, che già regolano la necessaria flessibilità, anche stagionale, per via contrattuale e stabilire un tetto di utilizzo dei voucher per tipologia di impresa, rinviandone la definizione alla contrattazione collettiva. La contrattazione è, infatti, il miglior punto di incontro tra esigenze aziendali e tutele dei lavoratori”.

“Siamo pienamente d’accordo con quanto dichiarato dalla Uil in merito ai voucher e ci auguriamo che le limitazioni e i miglioramenti del Ministero non si fermino alla tracciabilità - dichiara Vito Panzarella segretario generale FenealUil -. Questo è un primo passo per ricondurre questo strumento alla sua funzione originaria che deve essere di contrasto al lavoro nero e non di sostituzione del lavoro dipendente, come molto spesso accade nel nostro settore. Proprio per questo motivo - spiega Panzarella - è necessario non permettere il loro utilizzo in edilizia, dove tra l’altro il voucher, pur garantendo una minima copertura assicurativa e previdenziale, non risponde alle esigenze specifiche dei lavoratori edili che necessitano di tutele adeguate al tipo di lavoro che solo il contratto di settore assicura”.