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Geometri, una professione che ‘tira’

Professione di
Dati molto incoraggianti comunicati dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, Maurizio Savoncelli

Con il nuovo anno, il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, Maurizio Savoncelli, riprende l'invio delle sue comunicazioni periodiche agli iscritti. Nella prima del 2019 vengono comunicati dati molto incoraggianti sulla professione.

“A distanza di oltre un decennio dall'avvio della crisi economica globale - si legge nella lettera di Savoncelli -, la Categoria ritrova spazio sul mercato grazie soprattutto alla capacità di intercettare bisogni nascenti e cogliere nuove opportunità di lavoro: da qui il + 6,3% di crescita reddituale media certificata dalla Cassa Geometri sulla base delle dichiarazioni dei redditi 2018. Il dato, più che lusinghiero, consente di impostare una prima valutazione del trend in atto: è il terzo risultato positivo consecutivo fatto registrare nel periodo 2016-2018, ad un ritmo di crescita costante: + 1,1% nel 2016, + 3,2% nel 2017, + 6,3% nel 2018. Una performance che, al netto della prudenza e della cautela alle quali doverosamente occorre rifarsi quando si riflette su numeri e andamenti medi, acquista ulteriore significato se contestualizzata in uno scenario macro-economico che vede l’Italia procedere in maniera molto più lenta e meno lineare rispetto agli altri Paesi, e in un mercato del lavoro nel quale professioni limitrofe restano in pesante affanno”.

“Tra i fattori che hanno contribuito al raggiungimento di un risultato indubbiamente incoraggiante vi è un livello formativo elevato e generalizzato, che ha consentito ai geometri professionisti di svolgere in maniera innovativa i servizi tradizionali e di essere competitivi nei settori emergenti: nuove metodologie di rilievo (APR), BIM, certificazioni energetiche, salubrità degli ambienti indoor, eccetera. Cito, a supporto, il dato già comunicato con la circolare prot. n. 15009: nel triennio 2015-2017, ben 49.227 iscritti hanno svolto formazione 'in eccedenza', superando il traguardo dei 60 CFP obbligatori. Un altro indicatore della consapevolezza della Categoria che la formazione permanente sia l’asset più efficace per migliorare le opportunità professionali è testimoniato dall'elevatissima percentuale di nuovi iscritti che hanno concluso in regola il primo triennio di formazione obbligatoria, 'scattato' nel 2016 e concluso nel 2018”.