Gli architetti chiedono che il bando per la riqualificazione delle periferie valorizzi la qualità

Edilizia di Marco Zibetti
Freyrie: “La riduzione del consumo del suolo, il riuso delle città, la bellezza e la sicurezza degli edifici, la tutela dei paesaggi hanno bisogno di regole chiare, finalizzate a un progetto condiviso”

Siamo soddisfatti che finalmente il Governo cominci a comprendere che le politiche di rigenerazione urbana sostenibile legate alle azioni per porre fine al consumo di suolo, che gli architetti italiani sollecitano da tempo, non si limitino ad essere interventi di tutela ambientale finalizzati a migliore la qualità e la bellezza dell’habitat, ma possono anche rappresentare strumenti per favorire, in termini economici, la ripresa. Così come rigenerare gli edifici da un punto di vista energetico non è  solo un obbligo comunitario, ma significa, invece, porre in atto una politica economica intelligente, che aumenta il PIL, contiene i consumi energetici, senza bisogno di grandi investimenti pubblici”.
 
Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, intervenendo all’incontro  “Gli alberi nel cielo e lo sviluppo delle città. Dialogo con Stefano Boeri”.
 
Ci auguriamo, allora,  che si colga l’opportunità del  bando per la riqualificazione delle periferie, che sarà pubblicato a giorni, per  avviare un’agenda urbana efficace e compiere scelte  innovative delle quali  hanno bisogno le nostre città e i cittadini italiani. Per farlo serve che si  valorizzino i  progetti di qualità, vengano superati i complicati e farraginosi meccanismi burocratici  per dare vita ad  un grande progetto d’investimento di idee sulle città, prevedendo coraggiosi strumenti operativi che consentano di realizzare interventi di vera rigenerazione urbana”.
 
Come architetti  - continua - siamo responsabili nei confronti della  comunità dei cittadini, perché l’architettura e l’urbanistica sono pubbliche per definizione, ed è per noi imprescindibile mantenere sempre vivo  il dialogo con coloro che abitano case e città. Lo siamo anche verso l’ambiente e la storia e questo vuol dire esserlo verso il futuro. Responsabilità delle istituzioni è, invece,  quella di rimettere al centro della strategia del nostro Paese la politica per le città e discrivere regole e norme adatte ad attuarla”.
 
La riduzione del consumo del suolo, il riuso delle città, la bellezza e la sicurezza degli edifici, la tutela attiva dei paesaggi hanno bisogno di regole chiare, finalizzate a un progetto nazionale condiviso, grazie al quale sarà possibile tornare a pensare e a fare in grande”.


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