"Ci auguriamo che riforme per i settori dell'edilizia e dei lavori pubblici siano inserite nel DL "Sblocca Italia" previsto per la fine di luglio e che il Governo proceda ad una reale e sostanziale semplificazione delle norme, mantenendo saldi i principi di tutela del territorio, alla effettiva promozione di Riuso, la rigenerazione urbana sostenibile, e che vengano finalmente adottati provvedimenti per favorire, all'insegna della trasparenza, il mercato dei lavori pubblici".
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. "E' questo il tempo per realizzare riforme vere che siano in grado di smontare l'insieme irrazionale di norme e di procedure bizantine che ostacolano la ripresa dell'edilizia - l'unico settore che può fare da traino alla ripresa - e la qualità dell'architettura, e che facilitano solo l'abusivismo e il malaffare".
"Così come favoriscono il malaffare quelle regole discriminatore che- attraverso gli anacronistici requisiti richiesti ai professionisti per concorrere alle gare di progettazione - hanno finora impedito alla pressoché totalità dei giovani architetti, oltre che alla grande maggioranza degli studi professionali di piccole e medie dimensioni, di partecipare alle gare per l'affidamento di servizi di architettura e di ingegneria. Ciò anche in violazione ai principi della libera concorrenza a cui si ispirano le più recenti direttive europee in materia di appalti".
"Auspichiamo - conclude il Consiglio Nazionale - che lo spirito riformista di questa stagione politica possa concretamente manifestarsi anche per i settori dell'edilizia e della progettazione che non possono più essere considerati figli di un Dio minore".