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Gli Architetti ribadiscono: la rigenerazione delle città italiane è l’investimento del futuro

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“Il nostro piano è in grado di attivare energie e risorse private che possono avviare una stagione di riqualificazione profonda, indispensabile per lo sviluppo”, dichiara il presidente del Cnappc Freyrie


"Servono senza indugio politiche urbane nuove, politiche espressamente rivolte al miglioramento delle nostre città: questo deve essere l'investimento del futuro, perché - è bene mai dimenticarlo - nelle città si produce l'80% del Pil. La politica economica del nostro Paese - invece - è stata, ed è, centrata sulla realizzazione di infrastrutture. Ora le priorità sono altre. Da oggi, e per i prossimi decenni, gli edifici, oltre ad essere belli - e questo rimane sempre per noi architetti un imperativo - devono essere progettati e costruiti secondo norme antisismiche, non devono consumare troppa energia, devono essere integrati all'interno di uno spazio pubblico, devono rispondere alla logica del low cost".

Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori intervenendo a Pavia nel corso del Forum di Europan, il programma europeo di concorsi, rivolto a giovani architetti e progettisti di tutto il mondo e organizzato da una Federazione composta da una ventina di Paesi europei.

"Riuso, il Piano per la rigenerazione urbana sostenibile lanciato dagli architetti italiani, insieme ai costruttori e agli ambientalisti - ha continuato - è in grado di  attivare energie e risorse economiche private che, messe a sistema, sono in grado di avviare una stagione di riqualificazione profonda delle città italiane, indispensabile per lo sviluppo, l'innovazione ed in grado di fornire  la risposta giusta alle necessità di risparmio del suolo".

"E allora - ha proseguito - è questo il momento di cogliere l'opportunità offerta dal Piano di rigenerazione delle scuole italiane per sperimentare un modo diverso di affrontare la rigenerazione o la costruzione di edifici pubblici, facendoli diventare l'esempio di come si possono riqualificare le città, perseguendo con trasparenza la sicurezza e la bellezza dell'habitat".

Per Freyrie c'è un'altra opportunità da cogliere: che il concorso d'architettura diventi tout court lo strumento per scegliere i progetti in modo da sperimentare selezioni sul merito e non sui fatturati o  su il numero di dipendenti e, anche nel nostro Paese, promuovere la qualità architettonica.