“La nostra Rainbow Warrior è approdata a Genova per spiegare, dati alla mano, perché il nostro non è un Paese per fossili: abbiamo presentato i dettagli del nostro tour lungo le coste italiane per promuovere la rivoluzione energetica”. Si legge in un comunicato di Greenpeace.
Lo sbarco è avvenuto in una data simbolica: a Bruxelles era in corso un Consiglio Europeo in cui i leader dell'UE hanno discusso su come accrescere l'indipendenza energetica, in risposta all'insicurezza cui siamo esposti per via della crisi ucraina. Non solo: sul tavolo dei negoziati c’erano i target che l'Europa si darà per la difesa del clima.
“Mentre il Governo italiano sembra puntare dritto ai tagli alle rinnovabili e allo sfruttamento dei fondali in cerca di petrolio, noi abbiamo fatto i conti. Come sarebbe il nostro Paese senza fonti fossili? Non solo più salubre, ma in definitiva anche "più ricco". Non ne siete convinti? Bene, pensate che per importare petrolio, gas e carbone, spendiamo oltre 60 miliardi di euro l'anno. Se tutto questo "piace" a poche compagnie energetiche, non è di certo nell’interesse dei cittadini”.
Per questo, l’organizzazione ambientalista chiede tre obiettivi distinti, ambiziosi e legalmente vincolanti per le energie rinnovabili, per il taglio delle emissioni dei gas a effetto serra e per gli obiettivi di efficienza energetica per il 2030. Un futuro energetico di questo tipo, sicuro, pulito e non esauribile, permetterebbe di creare decine di migliaia nuovi posti di lavoro entro il 2020, solo nel comparto elettrico, consentendo - al netto degli investimenti - un risparmio di quasi 5 miliardi e mezzo di euro l'anno da qui al 2050. Senza contare i danni che si potrebbero evitare "liberando" il campo da fonti energetiche inquinanti e superate.
“Purtroppo però, più che cambiare verso, il Governo sembra ingranare una retromarcia: suggerisce di trivellare in casa, al largo delle nostre coste, senza spiegare che il nostro petrolio è pochissimo e di pessima qualità. Le riserve dei nostri mari, nel migliore dei casi, coprirebbero pochi mesi di fabbisogno nazionale, ma i danni in caso di una perdita di petrolio per il turismo, la pesca sostenibile e l’ambiente sono incalcolabili”.
“Per questo abbiamo deciso di dichiararci indipendenti dalle fonti fossili e di dire ai politici e alle aziende che l'energia verde è l'unica che vogliamo - conclude il comunicato -. Già più di 30mila persone hanno aderito a questo "appello": firma subito e unisciti al nostro movimento”.