Le imprese di costruzione italiane hanno lanciato un allarme che, finora, non è stato recepito. A suscitare questa reazione è il Decreto Fiscale e in particolare il suo articolo 4. Vediamo in cosa consiste e cosa chiedono i costruttori.
Il tema caldo è il versamento delle ritenute sugli appalti che rischia di mandare in tilt le imprese, tra nuovi adempimenti e oneri finanziari. A denunciarlo è la Confindustria insieme all’Ance, Associazione nazionale costruttori edili.
Le 4 grandi criticità della norma
Seppure l’emendamento approvato restringa la platea delle imprese cui si applica la norma, la disciplina continua a presentare 4 evidenti profili di criticità:
1. rischia di mettere a repentaglio la liquidità delle imprese,poiché non è loro consentito compensare le ritenute da versare con altri debiti tributari e contributivi;
2. restano a carico dei committenti oneri di controllo sproporzionati;
3. è stato del tutto ignorato l'impatto, in termini di adattamento dei processi gestionali, che le nuove disposizioni, applicabili anche ai contratti in essere, generano sulle imprese;
4. resta l’obbligo del versamento delle ritenute per singolo contratto o cantiere: una norma inapplicabile per il settore dell’edilizia, caratterizzato, tra l’altro, da una continua mobilità della manodopera anche nel corso della stessa giornata.
Quali sono i correttivi indispensabili?
E’ necessario, quindi, che in occasione del successivo iter parlamentare vengano introdotti alcuni indispensabili correttivi: rendere possibile la compensazione delle ritenute con i crediti fiscali; eliminare l’obbligo di F24 per singolo contratto e procrastinare l'entrata in vigoredelle disposizioni al secondo semestre del 2020, con applicazione solo ai nuovi contratti stipulati a decorrere dal prossimo 1 gennaio.