Il Fai – Fondo Italiano per l’Ambiente – lo scorso 5 giugno ha promosso, come fa ogni anno, il censimento, giunto alla quarta edizione, “I luoghi del cuore”.
L’iniziativa di quest’anno, però, gioca in opposizione a quello che normalmente è sempre stato, ovvero segnalare non più i panorami, le case, i monumenti più belli, ma i luoghi più brutti, quelli che rovinano la vista dell’osservatore o che hanno preso il posto di luoghi tanto amati nel passato. Insomma, l’obiettivo sarebbe stilare una classifica di quelli che vengono considerati gli scempi urbanistici e del cemento.
Tra le migliaia di luoghi segnalati come orrendi, è presente anche un sito della provincia di Varese, citato dagli stessi organizzatori del Fai, per voce di Marco Magnifico, direttore generale culturale del Fondo, come esempio negativo di urbanistica.
Si tratta del centro commerciale di Gallarate sorto al posto della ex Borgomaneri, in viale Lombardia.
Si tratta, secondo Magnifico, di una “somma ipocrisia, non solo per aver distrutto un pezzo importante dell'eredità culturale del Varesotto, che è strettamente legata alle manifatture di inizio Novecento, ma anche per la particolare bruttezza del centro commerciale”.
“Ovviamente, purtroppo, un orrore del genere ormai esiste e non potremo riavere la manifattura ma certamente si potrebbe medicare la ferita, togliendo almeno quel giallo orribile e le insegne al neon” ha proseguito il direttore generale culturale del Fai.
In seguito a questa presa di posizione congiunta di cittadini e Fondo Italiano per l’Ambiente, sono subito scoppiate alcune polemiche tra le varie forze politiche, tra coloro che lo hanno permesso e coloro che rivendicano la loro ferma opposizione degli anni passati.