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I numeri della protesta

Energie rinnovabili di
Massimo Sapienza, Presidente Asso Energie Future.


Duemila persone all’incontro al Teatro Quirino di Roma, oltre 22mila spettatori unici alla diretta in streaming sulle 450 micro web tv del network AltraTv.tv. Decine di testimonianze raccolte via skype da tutt’Italia. Quasi 60mila contatti registrati in quattro giorni sul sito www.sosrinnovabili.it, 45mila e-mail di protesta raccolte e inviate al governo. Diecimila i sostenitori su facebook.

Sono questi i numeri della manifestazione che ha riunito il “popolo delle rinnovabili” il 10 marzo scorso per testimoniare il proprio no al decreto Romani che getta nell’incertezza lo sviluppo del settore. Un movimento che ha dato un forte segnale di vera democrazia ed ha dimostrato un grande senso di responsabilità e di rispetto nei confronti dell’opinione pubblica. Per la prima volta nel nostro Paese, tante piccole realtà che operano nella produzione di energia elettrica hanno fatto sentire una voce diversa da quella dei grandi gruppi nazionali, sostenitori delle energie tradizionali (carbone, petrolio, gas ed ora nucleare).

L’incontro a Roma è stato un univoco richiamo di tutti alla certezza del diritto che presuppone, in primo luogo, che mai esistano leggi con effetto retroattivo, come è invece il decreto voluto dal Ministro Romani. Sono 1000 le aziende in Italia che operano nel settore del fotovoltaico. Accanto a queste 20.000 piccole società che lavorano all’installazione di pannelli e piccoli impianti sul territorio. Un settore che occupa oltre 150mila persone compreso l’indotto, per il quale è in corso un nuovo censimento per fotografare ancora una volta questa realtà in crescita. Uno sviluppo che, se dovesse continuare a seguire il trend registrato finora, sarebbe incentivato con circa 34 miliardi di euro (valutati a oggi) per installare gli 8.000 MW previsti. Un’azione che produrrebbe 110 miliardi di euro di ricchezza, con un beneficio per le casse dell’erario pari a circa 50 miliardi di euro nei prossimi 30 anni. Nel 2010 infatti, grazie al fotovoltaico, lo Stato ha incassato 1,9 miliardi di euro. È per questo che Asso Energie Future, assieme alle altre associazioni, chiede che il Decreto Romani sia semplicemente revocato dal Governo. Solo in tal modo si potrebbero limitare i danni già subiti dalle aziende del settore, evitando che chiudano e che si perdano migliaia e migliaia di posti di lavoro, ponendo le basi per recuperare la perdita di credibilità nei confronti degli Istituti finanziari nazionali ed internazionali.



* Questo articolo è tratto da Comunicare Energia, N° 2 Mar-Apr 2011.

Comunicare Energia è il magazine multimediale e gratuito dedicato alle Energie da Fonti Rinnovabili e al Risparmio Energetico.

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