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I professionisti agli Stati Generali: come risollevare il Paese?

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I professionisti agli Stati Generali: come risollevare il Paese?
La RPT ha apprezzato il fatto che il Governo abbia impostato gli Stati Generali sul tema centrale del progetto per il rilancio del Paese e ha avanzato un pacchetto di proposte. Vediamole insieme

In questi mesi i Professionisti italiani, attraverso la Rpt, , si sono messi a disposizione del Governo per progettare insieme la ripartenza dell’Italia. L’hanno fatto anche rispondendo “presente” all’invito a partecipare agli Stati Generali dell’Economia. Ciò avviene in seguito ad un'intensa interlocuzione con le forze di Governo, messa in atto anche in collaborazione e sinergia con il Comitato Unitario delle Professioni, finalizzata ad offrire un contributo al dibattito sulla crescita e sulla modernizzazione sostenibile del Paese. Non da ultimo, il 4 giugno 2020, l’RPT ed il CUP hanno promosso e presentato un “Manifesto delle Professioni per la rinascita dell’Italia”, articolato in 10 proposte di intervento.

La RPT ha apprezzato il fatto che il Governo abbia impostato questi Stati Generali sul tema centrale del progetto per il rilancio del Paese. Il compito di elaborarlo è del Governo e delle altre istituzioni, ma non v’è dubbio che il “progetto” debba partire da un confronto soprattutto con gli operatori economici e sociali. A patto, però, che il dibattito si muova su schemi nuovi. Un piano di rilancio deve tener conto delle idee e delle proposte di cui sono portatori anche i liberi professionisti, come componente importante di un più ampio sistema economico-produttivo.

I professionisti sono espressione di una fitta rete di servizi presenti sul territorio: servizi sanitari, sociali e socio-assistenziali; servizi al tessuto di impresa; servizi di progettazione e gestione delle infrastrutture; servizi di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, agricolo e rurale; progettazione e realizzazione di opere per la prevenzione del rischio nelle sue diverse forme. I professionisti che operano nella libera professione in via esclusiva sono più di 1 milione e 600 mila e contribuiscono a circa il 6% del Pil italiano. Se a questi si aggiungono i professionisti che oltre a svolgere lavoro dipendente svolgono anche, in via saltuaria, la libera professione si arriva a più di 2 milioni e 300 mila lavoratori, con un contributo che supera il 14% del Pil.

Eppure, nel Paese si manifesta una malcelata diffidenza nei confronti dei liberi professionisti. Troppe norme, anche nell’ambito dei recenti Decreti varati dal Governo per affrontare la crisi in atto, sono espressione di questo atteggiamento e di posizioni a dir poco contraddittorie, in cui da un lato si riconosce il ruolo di attori dello sviluppo dei professionisti e delle imprese, istituendo misure atte ad affrontare l’emergenza, e dall’altro si individuano una serie di eccezioni tali per cui la platea dei potenziali fruitori si riduce al minimo, in un “gioco al ribasso” che il Paese non merita.

Preme ricordare le molte misure sia del così detto Decreto Cura Italia (Dl 18/2020) che del Decreto Liquidità (Dl 23/2020), da cui, almeno in prima battuta, sono stati esclusi i liberi professionisti iscritti alle Casse di previdenza obbligatoria; le misure di aiuto concesse secondo modalità diverse ai professionisti con partita Iva e ai professionisti ordinistici, con criteri decisamente più restrittivi per i secondi, contrari ad ogni basilare principio di equità; l’art. 25 del Dl Rilancio (Dl 34/2020) ha escluso l’accesso dei professionisti ordinistici (salvo emendamento dell’articolo) al Contributo a fondo perduto.

Detto questo, i professionisti sono convinti che questi Stati Generali debbano essere la piattaforma per l’elaborazione di un piano di rilancio che faccia leva sulle molte risorse di cui già disponiamo e che risolva una serie di criticità stratificatesi nei decenni. Pertanto, la Rete Professioni Tecniche ha ritenuto di dover presentare poche ma puntuali proposte, da attuarsi in un arco temporale breve. Sarà compito del Governo omogenizzare e raccordare i diversi piani di intervento e le misure specifiche che sono emerse dall’ascolto delle singole categorie che hanno partecipato agli Stati Generali.

Le proposte della Rete delle Professioni Tecniche

Nello specifico l’RPT, relativamente al proprio specifico ambito di intervento e di specializzazione, ha avanzato le seguenti proposte (qui una sintesi):

- Piena attuazione del principio di sussidiarietà ex lege 81/2017;

- Semplificazione del Codice dei contratti pubblici e istituzione di un Fondo di Rotazione per la Progettazione;

- Rafforzamento delle misure per il risparmio energetico degli edifici e per la prevenzione del rischio sismico e avvio di un Piano Nazionale di prevenzione del rischio sismico;

- Rigenerazione urbana;

- Semplificazioni in tema di edilizia ed urbanistica;

- Rafforzare il Piano Transizione 4.0;

- Green new deal per progettare opere innovative e sostenibili;

- Avviare un processo di semplificazione attraverso le norme tecniche volontarie;

- Equo compenso e tariffe minime professionali;

- Rafforzamento del sistema ordinistico e completamento del processo di riforma.

La Rete Professioni Tecniche resta a disposizione del Governo per sostenere, attraverso uno specifico supporto tecnico, l’attuazione delle molteplici misure che sono emerse dal dibattito. Auspica, infine, che il Governo proceda rapidamente ad una revisione delle misure a sostegno dei liberi professionisti, varate nell’attuale fase di emergenza, consentendo la parità di accesso a tali misure anche per i professionisti ordinistici, chiedendo una revisione complessiva delle misure messe in campo, ascoltando le ragioni delle strutture di rappresentanza dei professionisti stessi.