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Il CNI in difesa della qualità dell’ingegnere. Come garantirla?

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Se n’è discusso nel corso di un seminario organizzato dall’Agenzia del CNI Quacing e dedicato alla certificazione EUR-ACE. Ecco cos’è emerso

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri non ci sta e denuncia, a seguito della riforma DPR 328/2001, i problemi derivanti dal fatto che l’accesso alla professione sia diventato possibile anche mediante percorsi accademici estranei al mondo ingegneristico. Ma come si può garantire la qualità?

Noi puntiamo molto sulla certificazione, perché riteniamo che solo così gli Ordini possano tutelare al tempo stesso professionisti e committenti. Il nostro obiettivo è favorire la cultura della certificazione”. Così il Presidente del CNI, Armando Zambrano nel suo intervento in occasione del convegno “Qualità dei laureati in ingegneria: opportunità e prospettive della certificazione EUR-ACE”, organizzato da Quacing, l’agenzia del CoPI e del Consiglio Nazionale Ingegneri per la certificazione delle qualità e l’accreditamento EUR-ACE dei corsi di studio in ingegneria.

L’incontro si inserisce all’interno dell’intensa attività posta in essere dal CNI sul tema della certificazione delle competenze, un passaggio fondamentale, che da un lato consente all’utente finale di usufruire di prestazioni professionali di qualità e dall’altro permette all’ingegnere certificato di godere di un vantaggio competitivo. Un impegno che il CNI ha declinato attraverso il progetto CertIng.

Gli altri interventi dell’incontro

Tra i momenti più interessanti dei lavori c’è stata la tavola rotonda di approfondimento del tema dell’accreditamento, moderata ed animata da Gianni Massa, Vice Presidente Vicario CNI e Vice Presidente Quacing. “Il CNI - ha detto Massa - crede in Quacing. Dobbiamo essere una cerniera fra università, formazione e lavoro. L’ingegneria è ovunque, ma vi è troppa disomogeneità tra i vari ingegneri europei. Per favorire la mobilità europea è necessario certificare sia i percorsi formativi che le competenze, formando ingegneri di valore, che sappiano gestire la complessità”.

Al rapporto tra formazione ed accreditamento è stato dedicato l’intervento di Massimiliano Pittau, Direttore del Centro Studi CNI. “Il titolo di ‘Ingegnere’ - ha detto Pittau - si acquisisce solo con l’iscrizione all’Albo, altrimenti si è dottori in ingegneria. Il numero di iscritti ai corsi di laurea è in continuo aumento, ma con il DPR 328/2001 è aumentato a dismisura il numero di corsi di laurea di primo livello e di laurea magistrale, molti dei quali attivati da Atenei privi di esperienza nella formazione ingegneristica o da dipartimenti diversi da quelli di Ingegneria (matematica, fisica, scienze naturali), che non garantiscono una corrispondenza biunivoca tra i corsi di studio e le conoscenze e competenze necessarie all’esercizio della professione di Ingegnere. In aggiunta, al momento non sono ancora state create classi di laurea ad hoc per le lauree professionalizzanti, dunque tali corsi non si possono distinguere da quelli ‘tradizionali’ di primo livello ai fini dell’accesso agli esami di Stato per la professione di Ingegnere junior. Per superare il problema sono possibili due strade: la prima è quella di riformare il DPR 328/2001 e istituire classi di laurea specifiche e distinte per le lauree cosiddette ‘professionalizzanti’. La seconda è quella di abolire il valore legale del titolo di studio e affidare agli Ordini, come avviene in Gran Bretagna e Stati Uniti, l’accreditamento dei corsi di laurea che consentano l’accesso all’esame di abilitazione”.

“Quest’ultima è una provocazione - ha affermato Pittau - che però potrebbe diventare l’unica strada percorribile per continuare a garantire la qualità e l’omogeneità dei percorsi di studio che formano ad una professione così importante come quella di Ingegnere”.

Oltre all’intervento di Zambrano, la prima parte dei lavori ha visto la partecipazione anche di Giovanni Betta (Presidente Quacing), che ha sottolineato come gli ingegneri si siano fatti promotori dei processi di accreditamento, e di Marco Tubino (Presidente CoPI) che, oltre a sottolineare l’impegno del CNI in tema di certificazione, ha posto la questione di come l’accreditamento possa diventare strumento che favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro. José Carlos Quadrado (Vice Presidente Consiglio Direttivo ENAEE) ha poi illustrato lo stato dell’arte dei processi di accreditamento a livello europeo.