Il contesto in cui operano le imprese italiane registra un rallentamento del commercio internazionale e dell’economia dell’area euro. Nel primo trimestre del 2018 l’economia italiana è cresciuta allo stesso ritmo dei trimestri precedenti, ma l’indicatore anticipatore elaborato dall’Istat, pur rimanendo su livelli elevati, evidenzia una decelerazione. Le esportazioni e la produzione del settore manifatturiero registrano alcuni segnali rallentamento. L’occupazione è tornata ad aumentare, l’inflazione si conferma moderata e in ripiegamento. Nei primi mesi del 2018, la fiducia delle imprese è su un sentiero di discesa, con l’indice che ad aprile 2018 segna una flessione del 3,4% rispetto al massimo di ottobre 2017 ed un calo dell’1,7% rispetto ad un anno prima.
In tale contesto, ad aprile 2018 le imprese attive totali sono invariate rispetto ad un anno prima, combinazione di una flessione delle imprese del Manifatturiero e Costruzioni (-0,9%), del Commercio (-0,7%) e dell’Agricoltura (-0,4%) a fronte di un aumento per i Servizi non commerciali (+1,5%) e per l’Energia elettrica e gas (+3,5%). Il trend delle imprese dell’energia rimane quindi positivo, ma è in decelerazione: segnava un +4,0% un anno prima e un +4,8% due anni prima.
Come è noto sulla dinamica delle imprese dell’energia ha influito l’installazione e la gestione di impianti da fonte rinnovabili. Negli ultimi dodici mesi la produzione di energia elettrica, secondo i dati Terna, scende dello 0,8%; la flessione è tutta determinata dal calo dell’11,7% dell’idrico mentre è stazionaria la produzione termica e cresce del 5,8% la produzione da rinnovabili al netto dell’idrico, sostenuta dall’aumento dell’8,0% dell’eolico e del 6,1% del fotovoltaico, in controtendenza rispetto ai dodici mesi precedenti, nei quali la produzione da solare scendeva del 5,6%.
Ad aprile 2018 le imprese attive nell’Energia salgono a 11.671 unità e rappresentano lo 0,23% del totale; l’incidenza più elevata di imprese dell’Energia si osserva in Trentino Alto Adige (1,53%), Valle d’Aosta (0,74%), Basilicata (0,39%), Umbria (0,33%) e Marche (0,32%).
La crescita delle imprese dell’energia è diffusa sul territorio: gli aumenti più accentuati - più che doppi rispetto alla media nazionale - in Liguria (+9,5%), seguita da Trentino Alto Adige (+9,2%), Calabria (+8,9%), Valle d’Aosta (+8,0%) e Umbria (+7,2%). In controtendenza Toscana (-1,9%), Friuli Venezia Giulia (-3,4%), Marche (-4,0%) e Molise (-5,1%).
Nel confronto europeo in Italia si osserva una maggiore vocazione alla piccola impresa nel settore dell’Energia elettrica e gas. Sulla base degli ultimi dati resi disponibili da Eurostat la quota di addetti nelle piccole imprese del settore della Produzione di energia in Italia è del 19,2%, il doppio del 9,5% medio dei maggiori Paesi UE e il triplo rispetto al 6,5% di Germania e Regno Unito e al 6,2% della Francia; tra i maggiori Paesi europei solo la Spagna, con il 27,3%, presenta un peso delle piccole imprese nell’occupazione del settore energetico superiore a quello dell’Italia.