In questi mesi abbiamo condiviso numerose analisi del mercato immobiliare che ci hanno aiutato a capire l’andamento del settore in un anno complicato come il 2020. Diamo ora un’occhiata ai dati territoriali.
Lo facciamo grazie alle Statistiche regionali riferite al mercato residenziale.
I report sono in totale 21, elaborati a cura delle direzioni regionali e provinciali di Trento e Bolzano, in collaborazione con gli uffici provinciali-Territorio e con l’ufficio Statistiche e Studi della direzione centrale Servizi estimativi e Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. I report si riferiscono ai dati strutturali del mercato delle abitazioni rilevati dall’Osservatorio su scala regionale.
In ciascun report regionale sono analizzate le dinamiche e i volumi del mercato residenziale immobiliare territoriale, in termini di numero di transazioni normalizzate (NTN), con dettaglio per le classi di superficie, nonché le variazioni tendenziali annue delle quotazioni medie riferite a ciascun dettaglio (regionale, provinciale, per macroarea provinciale, comunale, per zona Omi). Per tutti gli indicatori più rilevanti sono riportate mappe tematiche, grafici delle serie storiche (per gli anni 2004-2020), e tabelle con dati assoluti, relativi e variazioni tendenziali.
La sintesi dei dati delle Statistiche regionali
Per il 2020, in estrema sintesi, si riflette in ogni ambito regionale il calo generalizzato delle compravendite rispetto al 2019, con variazioni di tendenza che spaziano dal -13,4% della Basilicata (quasi doppio rispetto al dato nazionale), al -2% delle Marche; nella regione troviamo anche l’unico valore tendenziale positivo (+0,3%), riferito ai Comuni non capoluogo.
Per i capoluoghi di provincia la situazione appare generalmente peggiore rispetto ai Comuni minori, arrivando, per le città capoluogo della Calabria, a toccare un -16,4%, e, per la Campania, -15,7% di immobili compravenduti rispetto al 2019.
In merito alle quotazioni medie (€/m2) per regione, i dati tendenziali riportano una condizione generalizzata in calo rispetto al 2019, con quotazioni che perdono dallo 0,1% (Sardegna - Comuni minori) al 4,9% (Basilicata - Comuni minori). Le pochissime eccezioni sono la stabilità rilevata per la Valle d’Aosta (per i Comuni non capoluogo) e l’Emilia Romagna (per i capoluoghi), e l’incremento dell’1,1% in evidenza nei Comuni capoluogo della Lombardia, in cui si conferma anche la quotazione più elevata in termini assoluti (3.092 €/m2).