Immobiliare: come oscillano i prezzi nelle grandi città?

Immobiliare di Marco Zibetti
Diamo un’occhiata ai prezzi del mercato immobiliare nelle grandi città italiane. Negli ultimi 10 anni una sola città ha guadagnato valore. Scopriamo di più

Come sta andando il mercato immobiliare nelle grandi città italiane? Qual è la situazione, in particolare, sul fronte dei prezzi? Vi proponiamo un’interessante analisi che prende in esame gli ultimi 10 anni.

Posto 100 il prezzo medio degli immobili nel 2011, l’unica città che guadagna valore negli ultimi dieci anni è Milano, che nel 2021 si attesta a 111,5, guadagnando quindi l’11,5%. Milano tocca il suo minimo nel 2016, quando arriva a 80,2, per poi risalire velocemente fino ad arrivare al 111,5 del 2021.

Bene Bologna e Firenze, che tra il 2011 ed il 2021 perdono solo il 7,5% e il 7,9% del proprio valore. Bologna tocca il suo minimo nel 2015, quando arriva 69,5, per poi recuperare negli anni successivi, fino ad arrivare al 92,5 del 2021. Più contenuto il ribasso di Firenze, che tocca il suo minimo tra il 2014 e il 2015, arrivando a 82,8 per poi risalire fino al 92,1 del 2021.

Anche Verona evidenzia un trend in ripresa, con il valore minimo registrato nel 2015 (75,2) e poi prezzi in costante crescita fino ad arrivare a 84,4, perdendo in 10 anni solo il 15,6%.

Dove si registra la situazione peggiore?

La città che perde maggiormente è invece Genova, che nel 2021 registra un prezzo medio di 45,6 (che è anche il minimo storico negli ultimi 10 anni), perdendo quindi il 54,4% del proprio valore.

Al penultimo posto si piazza Torino, dove in 10 anni i prezzi sono diminuiti del 35,6%. In questo caso il punto più basso si registra nel 2020 (62,9), mentre nel 2021 si evidenzia un recupero dei prezzi che salgono a 64,4.

Non va molto meglio Roma, che rispetto al 2011 ha un ribasso dei valori del 31,5%. Il punto più basso dei prezzi della Capitale si registra nel 2020 (68,0), con un lieve recupero dei valori nel 2021 (68,5).

A Palermo i valori raggiungono il minimo nel 2020 (71,0), a Bari nella prima parte del 2020 (66,3), mentre a Napoli nel 2016 (65,9).


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