Le Statistiche Trimestrali del mercato immobiliare, redatte dall’Omi dell’Agenzia delle Entrate, fanno il punto sia sulle compravendite di abitazioni, sia sul settore non residenziale. Oggi approfondiamo questo secondo segmento.
Nel secondo trimestre del 2024, il mercato immobiliare non residenziale in Italia ha confermato i segnali di ripresa già osservati verso la fine del 2023, con un aumento complessivo delle compravendite del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L’andamento del trimestre, con particolare riferimento ai settori terziario-commerciale e produttivo, è consultabile nelle Statistiche trimestrali.
La crescita ha interessato diversi settori: il settore terziario-commerciale ha registrato un incremento del 3,4%, con oltre 36.000 Ntn (Nota metodologica - Compravendite immobiliari - Statistiche Omi agenziaentrate.gov.it), la maggior parte delle transazioni complessive. Particolarmente rilevante è stata la ripresa delle vendite di depositi commerciali e autorimesse, in rialzo di oltre il 3%, mentre i negozi hanno mostrato un aumento del 5,5%, diffuso su tutte le aree geografiche del Paese, con le variazioni più marcate nel Nord Est e nel Centro Italia. In termini di superfici scambiate (Stn), i negozi hanno rilevato un rialzo del 7,3%.
Nel segmento degliuffici, le compravendite sono cresciute del 2,6% rispetto al secondo trimestre 2023, con circa 3.400 unità scambiate. L'aumento del Ntn è stato deciso nel Centro Italia, che ha registrato una variazione tendenziale dell’11%, mentre il Nord Ovest ha visto una riduzione del 4%. Nei capoluoghi italiani, le compravendite di uffici sono diminuite dell'1,6%, a favore dei Comuni minori, che hanno incrementato i loro volumi del 7%. A livello nazionale, la superficie degli uffici scambiati (Stn) è salita dell'8,4%.
Riguardo gli immobili destinati alla produzione industriale, le compravendite sono aumentate del 9,9%, con 4.245 unità scambiate. La crescita è stata più evidente nelle regioni settentrionali, dove si concentra oltre il 66% delle transazioni totali di questo settore, e nell’area del Sud. Tra le dodici province con la maggiore quota di stock produttivo, si sono osservati aumenti superiori al 30% nelle città di Bergamo, Padova e Roma, a differenza di Torino, Milano e Brescia che hanno riportato una contrazione dei volumi scambiati.
Il settore agricolo ha proseguito la tendenza positiva degli ultimi trimestri, con un aumento delle transazioni del 3,5%.
Le compravendite della categoria Altro (unità immobiliari censite in larga maggioranza nelle categorie catastali del gruppo F, oltre a unità censite nelle categorie C/4, C/5, D/3, D/4, D/6, D/9, del gruppo B, tranne B/4, e del gruppo E), alla quale appartengono gli immobili con destinazioni particolari, hanno subito una flessione dell'1,1%, in controtendenza rispetto ai risultati degli altri settori non residenziali.
Non residenziale: la situazione nelle grandi città italiane
L’andamento nelle grandi città presenta una maggiore eterogeneità: a Milano il calo degli scambi investe sia uffici che negozi, con una diminuzione su base tendenziale rispettivamente del 7% e del 12%. Situazione simile si manifesta a Palermo, che assiste a un decremento del 18% circa in entrambi i segmenti. A Roma, Napoli, Genova e Bologna, invece, i risultati sono positivi con crescite, in alcuni casi, anche piuttosto elevate. A Torino, il rialzo dei negozi (+17%) si contrappone alla flessione osservata nel comparto degli uffici, in ribasso del 25%; infine, a Firenze, crescono gli scambi di uffici del 9%, ma scendono quelli dei negozi, che segnano una variazione prossima al -6%.
Nel complesso, il secondo trimestre 2024 ha esibito un andamento in linea con quanto osservato negli ultimi periodi, mostrando una crescita significativa nel settore produttivo e più modesta nei settori terziario-commerciale e agricolo. Le compravendite sono salite in tutte le aree geografiche, con l’unica eccezione del Nord Ovest, che rileva un calo negli scambi di uffici. Tuttavia, alcune differenze rispetto ai dati nazionali si sono riscontrate nelle città di Milano e Palermo, che hanno subito una contrazione dei volumi compravenduti di uffici e negozi.