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Immobiliare non residenziale: com’è andato il primo trimestre?

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Immobiliare non residenziale: com’è andato il primo trimestre?
Per comprendere meglio l’andamento nel periodo in questione, basta analizzare i dati mese per mese. Se gennaio e febbraio vanno in una direzione, marzo segna l’inversione di tendenza

C’era da aspettarselo. I dati delle compravendite immobiliari relativi al primo trimestre del 2020 sono influenzati dall’emergenza Coronavirus. Vediamo quanto, in particolare sul fronte non residenziale.

Il 2020 si apre con una flessione consistente e repentina. Ce lo dicono le Statistiche del I trimestre 2020, realizzate dall’Osservatorio del mercato immobiliare e disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Sono evidenti i primi effetti delle misure di contenimento della pandemia da Covidd-19, soprattutto nei volumi di compravendita terziario-commerciale.

Per comprendere meglio quanto rilevato in questo trimestre, basta analizzare i dati per mese: mentre a gennaio e febbraio 2020 i tassi di scambio mantenevano il segno positivo, in particolare nel segmento degli immobili a destinazione terziario-commerciale, a marzo, in concomitanza con il lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus, l’inversione di tendenza è brusca e a doppia cifra.

Il settore terziario-commerciale

Il calo è più evidente soprattutto nei volumi di compravendita del settore terziario-commerciale, che aveva registrato un solo tasso negativo nelle precedenti 20 rilevazioni. Nello specifico, sono state poco più di 19mila le unità scambiate, con un tasso pari al -16,5% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Si tratta di una flessione uniforme, che interessa tutto il territorio nazionale, con tassi tendenziali compresi tra il -16% del Centro e il -17% nelle Isole.

Vediamo ora il dettaglio dei principali segmenti: uffici e studi privati, negozi e laboratori, depositi commerciali e autorimesse. Oltre la metà degli scambi è costituita da depositi commerciali e autorimesse (55% circa del totale), con una concentrazione elevata al Sud e nelle Isole, dove questa tipologia di immobili rappresenta oltre il 60% del totale delle compravendite del settore. Anche nelle principali città italiane si conferma il calo tendenziale, con l’unica eccezione di Torino (+21%), in controtendenza anche in termini di superficie degli immobili (+25%), insieme a Napoli (+9,1%).

A fronte di un calo consistente, è sempre al Nord che si concentra il maggior numero di scambi di uffici e studi privati; mentre al Nord Ovest (+4,5%) e al Centro (+14,5%) cresce la superficie degli immobili compravenduti. In questo segmento fanno eccezione Napoli, con +30,2% di volumi scambiati, e Palermo (+16,1%); i mercati più consistenti restano quelli di Milano (183 Ntn, -9,3% rispetto al I trimestre 2019) e Roma (80 Ntn, -16% rispetto al I trimestre 2019). Nella capitale, inoltre, si registra un aumento della superficie degli uffici compravenduti nel I trimestre 2020: +67% rispetto allo stesso trimestre del 2019.

Segno negativo anche per negozi e laboratori, con un picco al Nord Est, sia in termini di volume degli scambi (-21,7%) sia di superfici (- 31,5%). Gli unici segni positivi si osservano a Palermo, dove le compravendite nel I trimestre 2020 sono in rialzo del 14,4%, e a Torino, dove, a fronte di un calo contenuto degli scambi (-3,4%), aumenta dell’1,7% la superficie complessiva degli immobili.

Il settore produttivo

Con 1.951 unità compravendute nel primo trimestre 2020, il settore produttivo, costituito prevalentemente da capannoni e industrie, è quello dove il calo si fa più consistente (-22,8% rispetto al 2019). La flessione è a doppia cifra in tutta Italia, dal -18,2% nel Nord Ovest al -46,4% nelle Isole. Va segnalato come, anche per questo segmento, i dati di gennaio e febbraio 2020 alternavano i segni negativo e positivo (rispettivamente, -16% a gennaio e +1,5% a febbraio), prima dello shock di marzo.

Il settore produttivo agricolo e altre destinazioni

Anche il settore produttivo agricolo (immobili di categoria catastale D/10) registra un calo dei volumi scambiati, con un tasso pari a -25,2%, con picchi negativi al Centro e nel Nord Est. Resta in linea con la dinamica del settore non residenziale, infine, il volume degli scambi delle unità immobiliari che non rientrano nei settori già analizzati (-16,3%); oltre il 97% di queste appartiene alle categorie catastali del gruppo F.