Se stai pensando di investire nel settore immobiliare, sapere dove si muove il denaro può fare la differenza. Ecco cosa sta accadendo nel panorama degli acquisti a scopo di investimento: tra inversioni di tendenza, conferme e nuove dinamiche, i dati aggiornati offrono spunti preziosi per chi vuole entrare, o restare, in gioco.
Secondo l’ultima analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, nel 2024 il 19% delle compravendite è stato effettuato per investimento. Un dato in leggero calo rispetto al 2023, che segna un’inversione rispetto alla crescita registrata tra il 2022 e il 2023.
Storicamente, la quota di investitori si è sempre mossa tra il 16% e il 18% dal 2012 al 2022, con un picco del 19,5% nel 2023. L’attuale 19% resta comunque tra i livelli più alti registrati negli ultimi dieci anni. I valori minimi si erano toccati nel 2014-2015 e poi ancora nel biennio 2020-2021, complice l’impatto della pandemia.
Immobiliare: chi sono gli investitori? E dove comprano?
Focalizzandosi sulle grandi città, la percentuale di acquisti per investimento sale al 28,1%, anche se in lieve flessione rispetto al 28,6% del 2023. Tra tutte spicca Napoli, dove quasi quattro compravendite su dieci (38,9%) sono destinate all’investimento. Seguono Palermo (36%), Verona (32,2%), Bari (30,5%) e Firenze (30,3%). Bologna (28,8%) e Milano (28,2%) restano su valori alti, mentre Roma (21,5%) e Torino (21%) chiudono la classifica.
Anche nel 2024, il bilocale si conferma la tipologia più acquistata dagli investitori (32,5%), seguito dal trilocale (27,4%). In crescita le soluzioni più ampie e indipendenti, che passano dal 13,2% al 13,8%.
Gli investitori più attivi hanno tra i 45 e i 54 anni (27,7%), seguiti da chi ha tra i 35-44 anni (22,6%) e 55-64 anni (21,8%), con un andamento stabile rispetto al 2023.
A trainare il mercato sono soprattutto coppie e famiglie, che rappresentano il 72,2% degli acquirenti. I single, in calo, passano dal 30,6% al 27,8%. In crescita costante anche la presenza di investitori stranieri, che dal 4,1% del 2019 salgono al 9,5% nel 2024.
La stragrande maggioranza degli acquisti (85,9%) avviene in contanti, anche se si segnala un lieve aumento di chi ricorre al mutuo: dal 2023 al 2024 la quota di chi sceglie il credito è salita al 14,1%, segno che l’interesse resta vivo nonostante il peso dei tassi.