Oggi prendiamo in esame l’intero patrimonio immobiliare italiano. Lo facciamo grazie alle Statistiche Catastali 2023 dell’Omi che ci fanno scoprire informazioni interessanti e curiose.
Il volume Statistiche Catastali 2023 fornisce una sintesi completa sull’entità e le caratteristiche dello stock dei fabbricati al 31 dicembre 2023. Si tratta di elaborazioni statistiche sui dati censuari realizzate dall’Osservatorio del mercato immobiliare con la collaborazione della Direzione centrale Servizi catastali, cartografici e di pubblicità immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.
La consueta pubblicazione annuale riguarda oltre 78 milioni di immobili di tutto il territorio nazionale, comprendendo anche lo stock immobiliare delle province di Trento e Bolzano, che gestiscono in proprio gli archivi censuari del Catasto.
I dati elaborati e presentati nel report sono disponibili nel dettaglio provinciale e dei Comuni capoluogo sul sito internet dell’Agenzia delle Entrateal link Home - Osservatorio del Mercato Immobiliare - Pubblicazioni - Statistiche catastali con la possibilità di scaricare le relative tabelle.
Inoltre, solo su richiesta, con finalità di studio e ricerca, sono disponibili i dati nel dettaglio comunale per tutti i Comuni italiani con le modalità indicate sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate Home - Osservatorio del Mercato Immobiliare - Banche dati - Stock catastale.
Quadro sintetico dello stock e delle rendite
Lo stock immobiliare italiano nel 2023 è aumentato dello 0,7%, con circa 482 mila unità in più del 2022. L’ 89% di questo stock appartiene a persone fisiche e poco più dell’11% circa è, invece, delle persone non fisiche. Una quota residua, circa lo 0,2%, riguarda proprietà Comuni.
Dei 78,4 milioni di immobili, circa 67,5 milioni sono censiti nelle categorie catastali ordinarie e speciali, con attribuzione di rendita, oltre 3,7 milioni sono censiti nelle categorie catastali del gruppo F, che rappresentano unità prive di reddito e identificate, generalmente, a fini inventariali (aree urbane, lastrici solari, unità in corso di costruzione o di definizione, ruderi) e circa 7 milioni sono beni comuni non censibili, cioè di proprietà comune e che non producono reddito.
Tra gli immobili ordinari e speciali la maggior parte, il 54% circa, è costituita da abitazioni (gruppo A) e il 43% è rappresentata da pertinenze delle abitazioni ed immobili commerciali (gruppo C), quindi soffitte, cantine, box e posti auto ed anche negozi, magazzini e laboratori. La restante parte dello stock, è costituita per il 2,5% da immobili con destinazione speciale (gruppo D), per una quota pari a 0,2% si tratta di immobili a destinazione particolare (gruppo E) e infine, lo 0,3% sono immobili d’uso collettivo (gruppo B).
In termini di rendita catastale, la quota maggiore è ancora rappresentata dagli immobili del gruppo A e C, che corrispondono a quasi i due terzi del totale. Le unità del gruppo D rappresentano una rilevante quota di rendita, il 28,7 %, nonostante siano solo il 2,5% in termini di numero di unità.
Le abitazioni italiane sono 35,6 milioni, circa 86 mila unità in più di quelle rilevate nel 2022. Nel dettaglio delle singole categorie si notano tassi di crescita prossimi all’1% per le abitazioni civili e di tipo economico A/2 e A/3, per i villini A/7, e per le abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi A/11. Di contro, c’è una diminuzione del numero di abitazioni signorili A/1, di abitazioni popolari A/4 e di ville A/8. Diminuiscono anche le abitazioni di tipo ultrapopolare A/5 e rurali con tassi più accentuati rispetto alle precedenti categorie: la diminuzione è del 2% circa. Per quanto riguarda la composizione della tipologia di abitazioni italiane, queste sono per la maggior parte, quasi il 90%, di tipo civili A/2, economiche A/3 e popolari A/4.
Lo stock residenziale è soprattutto di proprietà delle persone fisiche, oltre 33 milioni di unità, quasi il 93% del totale. Alle persone non fisiche risultano intestate meno di 2,5 milioni di unità e sono circa 11 mila le abitazioni tra i beni comuni. Tra le categorie catastali delle abitazioni, quelle che presentano una maggior quota di unità delle persone non fisiche rispetto al dato complessivo, sono le abitazioni di maggior pregio A/1, A/8 e A/9 e le abitazioni tipiche dei luoghi A/11.
La mappa tematica provinciale presenta una ripartizione delle province coerente con i Comuni di competenza catastale degli Uffici Territorio dell’Agenzia delle Entrate.
L’abitazione media italiana ha 5,5 vani, circa 118 m2. La situazione è molto variegata se si guarda alle singole categorie catastali, infatti, per le abitazioni in categoria A/2 la superficie media è 126 m2, mentre per le abitazioni in A/3 la superficie media è 110 m2, poi, le abitazioni in categoria A/4, A/5, A/6 e A/11 sono in media più piccole, circa 100 m2. Le abitazioni signorili, A/1, hanno una grandezza media di 300 m2, per le ville A/8 la superficie media è di circa 500 m2 e va ben oltre i 600 m2 per le unità in A/9.