Un quadro completo dell’intero panorama immobiliare italiano. È quello dipinto dalle “Statistiche catastali 2020” dell’Agenzia delle Entrate, giunte alla quindicesima edizione, realizzate dall'ufficio Statistiche e Studi della direzione centrale Servizi estimativi e Osservatorio del Mercato immobiliare, con la collaborazione della direzione centrale Servizi catastali, cartografici e di Pubblicità immobiliare.
Scopriamo i numeri delle Statistiche catastali 2020
Al 31 dicembre 2020, le unità immobiliari risultano complessivamente quasi 76,5 milioni, oltre l’80% delle quali comprese nelle sole categorie A e C; quasi 66 milioni, più dell’85%, presentano una rendita catastale, appartenendo alle categorie A, B, C, D ed E, mentre le restanti (10 milioni circa) fanno parte della categoria F (unità censite al solo scopo inventariale), dei cosiddetti Beni comuni non censibili (ovvero unità di proprietà comune) e di una componente residuale di unità ancora in lavorazione (poco meno di 80 mila).
Il Rapporto si concentra, in particolare, sulle categorie con rendita e sulle unità immobiliari della categoria F. Considerate in aggregato queste unità, si è registrato, nel 2020, un incremento complessivo dello 0,6%, dato abbastanza fisiologico.
Per quanto riguarda gli intestatari, si conserva una netta prevalenza (valori prossimi o superiori al 90%) delle persone fisiche nella categoria A (escluse le A/10, ovvero gli uffici), nella categoria C e, in proporzione leggermente minore, nella categoria F (poco meno dell’80%), una prevalenza assai meno marcata nelle A/10 (56% circa) e un rapporto ribaltato nelle restanti categorie; per effetto della numerosità delle diverse aggregazioni, tuttavia, le persone fisiche risultano intestatarie dell’88,5% del totale dello stock.
In termini di rendite, escludendo dunque dal ragionamento gli immobili appartenenti alla categoria F, a fronte di un tasso aggregato di espansione sostanzialmente analogo (+0,6%), si registra un incremento più marcato nella categoria E (+3,7%).
Sia per quanto riguarda la numerosità, sia in relazione alle rendite, l’unico aggregato che segna un calo rispetto al 2019 è quello delle A/10 (rispettivamente -0,4% e -0,6%).