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In calo i nuovi ingegneri: pesano la crisi e gli alti costi di accesso alla professione

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Secondo quanto riferisce una ricerca del Centro Studi del CNI, nel 2012 per la prima volta il numero di nuovi ingegneri è stato inferiore alle 10mila unità


Crolla il numero dei professionisti abilitati alla professione di ingegnere. Per la prima volta, nel corso del 2012, si è scesi sotto la soglia psicologica delle 10mila unità. I nuovi ingegneri sono stati 9747, settecento in meno rispetto al 2011, addirittura la metà rispetto al 2003! E’ quanto emerge da un’analisi pubblicata dal Centro Studi del CNI dal titolo “L’accesso alle professioni di ingegnere e architetto”.

Secondo gli analisti a pesare, oltre alla crisi economica, sono i costi molto elevati dell’accesso alla professione. Un’altra recente indagine del Centro Studi ha evidenziato come un giovane laureato sia costretto a spendere mediamente 400 euro solo per sostenere l’esame di Stato. A ciò vanno aggiunti i costi di iscrizione all’albo (116 euro), le tasse governative (circa cento euro) e soprattutto l’iscrizione alla cassa di previdenza di categoria (oltre mille euro).

La cifra complessiva da investire per accedere alla professione risulta pari a 1713 euro! Questo nonostante il fatto che molti ordini provinciali abbiano deciso di azzerare la quota di iscrizione per i giovani. Nonostante la diminuzione degli abilitati, il numero degli iscritti all’albo degli ingegneri continua a crescere.

E’ un paradosso che si spiega con il fatto che, in passato, solo una piccola quota di abilitati si iscriveva effettivamente all’albo”, spiega Massimiliano Pittau, Direttore del Centro Studi CNI. “Oggi - prosegue - a sostenere l’esame di abilitazione è solo chi è effettivamente interessato all’esercizio della professione. Senza contare una sempre più consistente quota di ‘iscritti di ritorno’, ingegneri abilitati espulsi dal mercato di lavoro dipendente che utilizzano la libera professione come cuscinetto occupazionale in attesa di nuove e migliori prospettive”.

Resta sempre elevata la percentuale di candidati che supera le prove d’esame conseguendo l’abilitazione: l’86%. A dimostrazione del fatto che non è l’esame di Stato a rappresentare la barriera all’accesso alla professione. Considerando i vari settori, la percentuale più consistente è costituita dagli ingegneri civili e ambientali (45,7%). Ridotta è, invece, la fetta riservata agli ingegneri del settore dell’informazione: appena il 13,8%.