Ingegneri: fatturati in calo, analizziamo il fenomeno

di Marco Zibetti
Quanto guadagnano gli ingegneri? Qual è lo stato dei salute del settore ingegneristico? Troviamo le risposte in un rapporto del Centro Studi del CNI

La Giornata della libera professione, svoltasi a Roma, ha offerto un’importante occasione di riflessione sul ruolo degli ingegneri e degli architetti nel mercato del lavoro. In questa occasione, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha diffuso un rapporto del Centro Studi CNI, analizzando lo stato del settore ingegneristico nel contesto economico attuale e le possibili evoluzioni future.
Dopo lo shock economico della pandemia, il comparto ha vissuto una fase di espansione, trainata dalla ripresa del settore edile e dagli investimenti pubblici. Tra il 2021 e il 2023, il reddito medio degli ingegneri iscritti a Inarcassa ha registrato un incremento significativo, passando da 44.459 euro nel 2021 a un picco stimato di 59.000 euro nel 2023. Anche il fatturato ha subito una crescita notevole: da 3,8 miliardi di euro pre-Covid a 6,4 miliardi nel 2023. Tuttavia, per il 2024 si prevede una leggera contrazione, con un giro d'affari stimato in 6,3 miliardi.
Allargando lo sguardo, il settore dell'ingegneria e dell'architettura ha raggiunto un volume d'affari di 10,9 miliardi nel 2021, con una proiezione di 14,7 miliardi per il 2024, segnando un incremento dell’86% rispetto al 2019. Nonostante questa crescita, il sistema ordinistico non sembra beneficiare pienamente della ripresa: solo il 10% dei laureati sostiene l’esame di Stato e ancora meno si iscrive all’Albo. Oltre il 65% degli iscritti ha più di 45 anni, delineando un problema di ricambio generazionale.

Il commento del CNI

“La domanda di ingegneri da parte delle imprese è alta, ma c'è una carenza di candidati”, sottolinea Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI. Le figure più richieste riguardano l’ingegneria dell’informazione e quella industriale, e in futuro le competenze richieste saranno sempre più diverse da quelle attuali.
Marco Ghionna, Presidente del Centro Studi CNI, evidenzia come i liberi professionisti stiano affrontando un periodo di difficoltà, con una flessione delle gare per servizi di ingegneria superiore al 10% rispetto al 2023. Se per importi inferiori a 140.000 euro i professionisti si aggiudicano ancora il 55,5% delle gare, per importi superiori a 215.000 euro la loro quota scende drasticamente allo 0,8%.
A partire dal 2024, il settore subirà un ridimensionamento a causa della riduzione degli incentivi fiscali legati ai Superbonus e della revisione delle aliquote per la ristrutturazione edilizia. Gli investimenti in costruzioni caleranno del 4,2% nel 2024 e del 6,2% nel 2025. Tuttavia, i finanziamenti del PNRR potrebbero mitigare gli effetti negativi per la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche.
Elio Masciovecchio, Vice Presidente del CNI, pone alcune domande cruciali: la crescita del fatturato ha portato a un reale ampliamento delle strutture professionali? Le nuove generazioni di ingegneri sono state integrate nel settore? Gli studi professionali sono diventati più multidisciplinari? La sfida ora è verificare quanto queste trasformazioni saranno durature e come il settore reagirà alla fase economica meno favorevole che si prospetta.


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