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Ingegneri: qual è il trend delle abilitazioni?

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Ingegneri: qual è il trend delle abilitazioni?
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri traccia un bilancio a 20 anni dall’entrata in vigore del Dpr. 328/01 che ha rivoluzionato gli Albi e le modalità di accesso

Quanti laureati in ingegneria conseguono poi l’abilitazione professionale? E com’è cambiato questo rapporto negli ultimi anni? Troviamo le risposte nel consueto rapporto annuale del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

Si nota subito come continui a calare la propensione dei laureati ad abilitarsi e, successivamente, ad iscriversi all’Albo. Nei primi anni 2000 gli abilitati superavano quota 20mila, nel 2019 restano poco sotto gli 8mila. Tutto questo nonostante il numero dei laureati in ingegneria continui ad aumentare e i corsi di laurea ingegneristici risultino al vertice per numero di iscritti. Questo è quanto emerge dal consueto rapporto elaborato dal Centro Studi CNI dedicato agli esami di abilitazione di ingegnere e architetto.

“A 20 anni dall’entrata in vigore del Dpr. 328/01 che ha rivoluzionato la struttura degli Albi professionali e le modalità di accesso ad essi - afferma Armando Zambrano, Presidente CNI - dobbiamo constatare che cala la tendenza dei laureati in ingegneria ad iscriversi all’Albo. Ciò conferma la necessità, da parte degli Ordini, di aprirsi agli ingegneri non iscritti, di diventare attrattivi. Il CNI è arrivato ormai da tempo a questa conclusione, orientandosi, anche attraverso il potenziamento della propria Fondazione, verso la proposta di un’ampia gamma di servizi per gli ingegneri, che vanno dalla formazione, alla certificazione delle competenze, alla selezione delle migliori offerte di lavoro. Inoltre, stiamo lavorando perché possa aumentare l’appeal dell’Albo nei confronti dei laureati nei settori dell’ingegneria dell’informazione e industriale”.

Il rapporto del Centro Studi attesta come solo il 29% dei laureati consegue l’abilitazione professionale per l’accesso alla Sezione A dell’Albo. Tra i laureati di primo livello, coloro che si abilitano per la professione di ingegnere junior non arrivano al 2%. Oltre tutto, tra gli abilitati solo una piccola parte si iscrive effettivamente all’Albo. Tra i quasi 8mila abilitati del 2019 per la professione di ingegnere, solo 3.500 si sono iscritti all’Albo.

“Questo fenomeno - dice Giuseppe Margiotta, Presidente Centro Studi CNI - non riguarda solo gli ingegneri, ma coinvolge anche altre professioni. Tra gli architetti, ad esempio, il numero di abilitati nel corso degli ultimi 20 anni si è praticamente dimezzato: nel 2019 sono stati circa 3.600, laddove nel 2003 superavano i 7mila. Va detto che su questi dati pesa il diverso orientamento, rispetto al passato, nella scelta del corso di studio in ingegneria, una volta fortemente orientato verso l’ingegneria civile”.

I dati dei singoli settori

Occorre ricordare che già da diversi anni il numero di immatricolati ai corsi di ingegneria civile è in progressivo calo, al contrario di ciò che accade negli indirizzi industriali e dell’informazione. Poiché l’Albo è ancora inteso soprattutto come una prerogativa degli ingegneri civili, il calo degli abilitati diventa conseguente.

Entrando nello specifico, nel 2019 il numero di abilitati alla professione di ingegnere e ingegnere junior è scesa per la prima volta sotto quota 9mila: 8.512 per l’esattezza, 608 in meno rispetto al 2018. Al contrario della precedente indagine, la flessione si è registrata per tutte e due le tipologie di laureati: gli abilitati della Sezione A sono meno di 8mila (nel 2018 erano 9.120), mentre quelli della Sezione B sono 606 (631 nel 2018). Nella distribuzione tra i tre settori, va comunque registrato che, rispetto al 2018, si è ridotta leggermente la quota di abilitazioni nel settore civile ed ambientale a vantaggio di quella del settore dell’informazione che, pur restando su valori molto bassi (6,6%), per la prima volta regista un valore superiore rispetto a quello corrispondente dell’anno precedente. Sostanzialmente invariata resta invece la quota di ingegneri industriali (35,3%). Quanto agli abilitati per la Sezione B, quasi i tre quarti sono costituiti da ingegneri juniores civili ed ambientali, mentre si è ridotta sensibilmente, rispetto alla Sezione A, la quota di abilitati per il settore industriale (21%).

Passando alla sede di esame, gli atenei del meridione si confermano quelli con il maggior numero di abilitati, sebbene evidenzino, rispetto all’anno precedente, una flessione del 10% circa. Ancora più evidente (-15%), la diminuzione di abilitati negli atenei del Nord-Est, mentre minore variabilità si registra nelle università del Centro Italia e del Nord-Ovest. Quanto al tasso di successo degli esami, nel 2019 è stato pari all’87,9%, valore superiore all’86,7% rilevato nel 2018 e a tutti i valori degli 10 anni. Anche tra gli ingegneri juniores si registra un dato positivo, poiché dopo diversi anni di progressivo calo, è tornata a crescere la quota di abilitati rispetto al numero di candidati: 78% contro il 71,1% del 2018.