Nei giorni scorsi abbiamo riportato la posizione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, favorevole all’obbligo di iscrizione all’Albo. Ma attualmente quanti sono gli iscritti? Andiamo a scoprirlo grazie al rapporto annuale del CNI.
Il numero continua a crescere: ad inizio 2023 gli iscritti sfiorano quota 250mila (249.054, per la precisione), con unincremento dell’1,2% rispetto allo scorso anno. Tuttavia, va rilevato che, nonostante negli ultimi anni sia aumentata la propensione all’abilitazione professionale da parte dei laureati, essa non trova una corrispondenza proporzionale nell’incremento delle iscrizioni all’Albo. Degli oltre 14mila abilitati alla professione di ingegnere del 2021, infatti, meno di 5mila hanno perfezionato l’iscrizione all’Albo, circa il 30% degli abilitati. Rispetto allo scorso anno, si abbassa leggermente il numero di nuove iscrizioni (8.234 contro le 8.623 del 2022), ma al tempo stesso calano, in misura anche maggiore, le cancellazioni (4.462, mentre nel 2022 erano state 6.583): fattori questi che sommati producono un saldo positivo doppio rispetto a quello registrato un anno fa.
Passando ad esaminare i dati nel dettaglio, scopriamo che gli iscritti alla sezione A risultano essere circa 236.500 (1% in più rispetto al 2022), mentre i restanti 12.572 appartengono alla sezione B (+6,8% rispetto al 2022). La distribuzione territoriale resta sostanzialmente invariata rispetto all’anno scorso: circa il 41% degli iscritti appartiene ad un Ordine del Meridione, mentre poco più di un terzo è iscritto ad un Ordine provinciale settentrionale. Gli Ordini della Lombardia, che conferma ancora una volta il primato di regione con il numero più elevato di iscritti (+2,3%), insieme a quelli del Lazio e della Campania accolgono complessivamente oltre un terzo degli iscritti.
Quanto alla distribuzione di genere, la componente femminile sta assumendo via via dimensioni sempre più rilevanti: le donne arrivano a costituire infatti quasi il 17% degli iscritti, mentre 15 anni fa rappresentavano appena il 9,1%. Questi tassi di crescita, decisamente superiori rispetto a quelli rilevati tra gli uomini, fanno sì che il numero complessivo degli iscritti all’Albo continui ad aumentare e che i saldi positivi tra iscrizioni e cancellazioni degli iscritti rilevati negli ultimi anni siano dovuti quasi esclusivamente alle donne ingegnere.
Per quanto riguarda la distribuzione tra i tre settori dell’Albo, non si rilevano sensibili cambiamenti rispetto allo scorso anno: anche nel 2023 procede il processo di polarizzazione degli iscritti verso il settore civile ed ambientale, anche in conseguenza del progressivo rinnovamento legato al ricambio generazionale in atto che contrappone all’uscita dall’Albo di Ingegneri “universali” (i laureati del vecchio ordinamento che potevano iscriversi a tutti e tre i settori), il contemporaneo accesso di nuovi ingegneri “settoriali” (quelli del nuovo ordinamento che possono optare, salvo alcuni casi, solo per un settore dell’Albo). L’88,3% degli ingegneri iscritti alla sezione A e il 60,4% degli ingegneri iuniores iscritti alla sezione B sono iscritti al settore civile ed ambientale, laddove nel 2022 le corrispondenti quote erano pari, rispettivamente, all’85,6% e al 58,5%.
L’invecchiamento dell’Albo
Un altro processo che al momento appare inarrestabile, infine, è il progressivo invecchiamento dell’Albo. Il ricambio generazionale infatti, stenta a decollare. Continua a ridursi la quota di iscritti under 40: ad inizio 2023 pari al 23,5% (nel 2022 era il 24,1%, e, andando indietro di qualche anno, nel 2019 era il 26,5%), mentre la quota di iscritti over 65 è pari al 16,5% (lo scorso anno era inferiore al 16%). Una curiosità: tra gli iscritti continua ad aumentare il numero di ingegneri centenari o addirittura ultracentenari, ben 55 nel 2023.
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