Qual è lo stato di salute dell’ingegneria italiana? Quali sono leprospettive future? Ne ha parlato Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), in occasione del 66° Congresso nazionale della categoria.
Zambrano ha cominciato con un riferimento d’obbligo alla nascita del nuovo Governo, cui ha fatto gli auguri a nome degli ingegneri italiani. Inoltre, ha espresso soddisfazione per la nomina di Marina Calderone, Presidente del Cup e dei Consulenti del lavoro, a Ministro del Lavoro. Va ricordato che con la Calderone Zambrano ha condiviso anni di lavoro a tutela dei professionisti italiani (realizzato attraverso l’alleanza tra CUP e RPT prima e ProfessionItaliane dopo), basti considerare il delicato dossier dell’Equo compenso.
In seguito Zambrano si è soffermato sulla particolarità di questa edizione del Congresso degli ingegneri: “Questo Congresso nazionale, come sappiamo, assume un significato particolare e diverso da quello degli anni precedenti: è l’occasione per il doveroso passaggio di consegne tra il Consiglio nazionale uscente e quello neo-eletto, che, siamo certi, lavorerà per rappresentare in modo appropriato, efficace e competente le istanze della nostra professione e saprà far crescere il nostro sistema ordinistico tenendo conto delle diverse variabili politiche, economiche e sociali che contraddistinguono questo nostro complesso Paese. Ai neo-eletti, in attesa della proclamazione ufficiale, Consiglieri nazionali vanno sin d’ora il caloroso affetto, l’incoraggiamento e la fiducia di questa platea e di tutta la nostra categoria”.
Gli ultimi 10 anni del CNI
Zambrano fa quindi un consuntivo di oltre dieci anni di lavoro al CNI. “Il Consiglio nazionale uscente conclude qui un lungo ed entusiasmante percorso di oltre 10 anni. Abbiamo lavorato per perseguire due importanti obiettivi: da un lato tutelare e valorizzare la professione di ingegnere e i nostri iscritti; dall’altro far crescere e accreditare, presso le istituzioni, il nostro sistema ordinistico quale ‘corpo sociale’, ovvero quale struttura in grado di stabilire un costante dialogo propositivo con le Istituzioni e la molteplicità di organismi che contribuiscono a definire le dinamiche socio-economiche del Paese. Non è stato un lavoro semplice; esso ha richiesto un impegno estremamente consistente e la capacità di mediare tra le istanze della base e gli orientamenti della controparte politica. Spesso la complessità di questo lavoro di lunga durata non è stata percepita nella sua effettiva dimensione, ma lo abbiamo messo nel conto.
“In questi 10 anni abbiamo interagito con il Parlamento e con il Governo sui temi che più direttamente potevano avere un impatto sulla nostra categoria e più in generale sul lavoro professionale. Abbiamo proposto e emendato innumerevoli atti normativi, lavorando alla stregua di altri corpi sociali intermedi con rapporti consolidati con le istituzioni. Abbiamo allargato progressivamente il nostro raggio di azione e rappresentato le istanze della nostra categoria in molteplici sedi istituzionali, abbracciando e affrontando con competenza temi complessi: dalla riorganizzazione dei cicli universitari di ingegneria alla certificazione dei corsi di laurea; dalla formazione continua all’equo compenso; dalla riforma delle norme in materia di appalti pubblici al miglioramento delle norme in materia di urbanistica fino alla proposta di miglioramento delle norme in materia di bonus per l’edilizia. Solo per citare i temi più recenti”.
“Il Cni - spiega - ha lavorato con grande impegno con molteplici strutture di rappresentanza del lavoro professionale, nella consapevolezza che il ruolo della rappresentanza stessa è efficace se trasversale a più soggetti e categorie che condividono lo stesso quadro di aspettative e sono in grado di portare a sintesi idee differenti. Per questo riteniamo di avere partecipato in modo fattivo, senza risparmiarci, al lavoro della RPT, a quello dell’Alleanza RPT-CUP e al lavoro di ProfessioniItaliane. È quindi, peraltro doveroso ringraziare per l’impegno in questi organismi i Presidenti dei Consigli nazionali aderenti”.
Che momento sta vivendo l’ingegneria?
Infine Zambrano è passato ad alcune riflessioni sui temi portanti del Congresso e sulle conseguenze per gli ingegneri. “Il settore dell’ingegneria - ha detto - registra una fase particolarmente favorevole grazie ad una serie di fattori concomitanti riconducibili alla spinta agli investimenti indotta dalle diverse misure del Pnrr e dal largo uso dei bonus per l’edilizia, in particolare del Super ecobonus 110%, che nell’arco di circa un anno e mezzo ha attivato nel circuito economico più di 50 miliardi di investimenti in opere di risanamento ed efficientamento energetico degli edifici residenziali. Sebbene il quadro economico generale stia palesemente andando verso una fase di rallentamento, il sistema dell’ingegneria registrerà verosimilmente, ancora per diversi mesi, un trend in controtendenza, espansivo in quanto sia il Pnrr che gli interventi con i Superbonus continueranno a dispiegare i propri effetti espansivi”. Successivamente è tornato a sottolineare la necessità di rendere strutturali gli incentivi ed ha ripreso un antico leitmotiv degli ingegneri e dei professionisti tecnici: il Piano nazionale di prevenzione sismica.
Ha poi concluso così: “Siamo convinti - ha spiegato - che alle nostre solide competenze tecniche debbano essere affiancate capacità di efficace relazione con il mercato, con i clienti, con le Pubbliche amministrazioni, con quel contesto complesso in cui quotidianamente operiamo. Per questo il dibattito congressuale sarà affiancato da sessioni formative, aperte a tutti i delegati, sui seguenti temi: domanda nella comunicazione istituzionale: rispondere, contro-manipolare, lanciare messaggi; leadership: creare fiducia per attivare ed orientare gli altri; sfide e opportunità del lavoro di squadra; digital transformation: spunti metodologici e operativi per la comunicazione innovativa nel settore engineering; marketing dei servizi negli studi professionali”.
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