Qual è l’appeal dell’ingegneria per i giovani diplomati italiani? E quanti concludono il percorso laureandosi? A queste domande rispondono due rapporti diffusi dal CNI: “Gli immatricolati ai corsi di laurea in ingegneria - Anno accademico 2020-21” e “I laureati in ingegneria - Anno 2019”. Scopriamone i dati più rilevanti.
Va detto, innanzitutto, che continua ad aumentare la quota di studenti diplomati alla scuola secondaria superiore che proseguono gli studi iscrivendosi all’università. Un contributo assai rilevante, in tal senso, viene offerto dai corsi di laurea in ingegneria, che anche nell’anno accademico 2019-2020 si confermano la principale scelta dei giovani in ingresso all’università: il numero di immatricolati ad un corso di laurea in ingegneria è pari a 48.536, il 15,6% di tutti gli immatricolati. Tuttavia, sulla base dei dati provvisori dell’anno accademico 2020-2021, sembrerebbe emergere un’inversione di tendenza: dopo un decennio di crescita continua e assoluta leadership tra i diversi gruppi di lauree, il numero di immatricolati ad ingegneria dovrebbe ridursi al 14,7% del totale, scendendo così al terzo posto tra tutti i gruppi disciplinari dietro al gruppo scientifico (15%) ed economico-statistico (14,8%).
Nel frattempo, continuano ad aumentare i laureati in ingegneria. Nel 2019 hanno conseguito una laurea magistrale in ingegneria oltre 25mila giovani, il 4,7% in più rispetto al 2018, confermando così il trend di crescita in atto da oltre 10 anni. Un successo, quello dei corsi di laurea e laurea magistrale ingegneristici, che non sembra conoscere pause, non solo in valori assoluti (va sottolineato che ai 25mila laureati magistrali si aggiungono 28 mila laureati di primo livello e che solo 5 anni prima il numero complessivo di laureati era inferiore di circa 10mila individui), ma anche per proporzioni: la quota di laureati in queste discipline rispetto al totale di laureati è infatti in lieve, ma costante, crescita e nel 2019 è pari al 15,6%.
Ingegneria: quali sono i percorsi universitari preferiti?
Tra le pieghe dello studio sugli immatricolati troviamo che il numero più consistente di immatricolazioni riguarda i corsi di laurea della classe Ingegneria industriale (24.677 nell’a.a. 2019/20), seguito da quelli della classe Ingegneria dell’informazione (16.455). Oltre la metà degli immatricolati, dunque, ha scelto un indirizzo di laurea del settore “industriale”, mentre un ulteriore 34% si è orientato verso i corsi del settore “dell’informazione”, mostrando chiaramente, ancora una volta, come i corsi del settore “civile ed ambientale” abbiano perso attrattività nei giovani e stiano diventando un’opzione sporadica. La somma del numero di immatricolati alle classi di laurea Ingegneria civile ed ambientale, Scienze e tecniche dell’edilizia e alla classe di laurea magistrale a ciclo unico Architettura ed ingegneria edile-architettura, infatti, è pari ad appena il 15,3% degli immatricolati in ingegneria. I nuovi dati 2020-2021 confermano il trend: solo il 15% degli immatricolati ha scelto un corso di laurea utile per l’abilitazione alla professione di ingegnere civile ed ambientale. Ancora in crescita la componente femminile: nel 2019-2020 è pari al 26,1% degli immatricolati “tipici”.
Approfondendo, poi, il rapporto sui laureati, scopriamo che, tra gli oltre 53mila laureati complessivi delle classi di laurea e laurea magistrale ingegneristiche, 25.012 hanno raggiunto il traguardo di una laurea di secondo livello (magistrale o specialistica), mentre dei restanti 28.069 che hanno conseguito un titolo di primo livello, circa l’85% ha proseguito il proprio percorso formativo iscrivendosi ad un corso di laurea magistrale. Relativamente ai settori, i dati dei laureati sono coerenti con quelli degli immatricolati. Anche qui l’approccio dei giovani si va sempre più orientando verso gli indirizzi industriali e dell’informazione a discapito di quelli del settore civile ed ambientale: ben oltre la metà dei laureati, sia di primo che di secondo livello, infatti, ha conseguito un titolo valido per l’abilitazione professionale al settore industriale dell’Albo, mentre la quota dei potenziali ingegneri civili ed ambientali si è ridotta ad appena il 16,7% dei “triennali” e al 30,8% dei magistrali, tra i quali sono conteggiati anche i 3.153 laureati dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura ed Ingegneria edile-architettura. Più nel dettaglio, tra i laureati di primo livello, quelli della classe Ingegneria industriale (e della omologa del precedente ordinamento) sono, nell’anno in esame, 14.623, più del triplo di quelli della classe Ingegneria civile e della Scienza e tecniche dell’edilizia messi assieme. Abbastanza stabile, la componente femminile tra i laureati in ingegneria, che continua a mantenersi su valori di poco superiori al 28% (nel 2019 era il 28,1%).