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Innovazione digitale e professionisti, l’Emilia-Romagna investe

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Al bando possono partecipare sia i liberi professionisti iscritti a ordini o collegi professionali, sia quelli non iscritti ad alcun ordine, titolari di partita Iva, in forma singola o associata

I professionisti dell’Emilia-Romagna possono ancora contare sul sostegno della Regione per aumentare la competitività, attraverso una maggiore digitalizzazione dei servizi. Da ieri, martedì 11 settembre, al 28 dello stesso mese è possibile partecipare al bando Por Fesr 2014-2020 per l’innovazione delle attività libero professionali. Saranno ammesse un numero massimo di 50 domande, che devono essere inviate tramite l’applicativo web Sfinge 2020.

Possono partecipare sia i liberi professionisti iscritti a ordini o collegi professionali, sia quelli non iscritti ad alcun ordine, titolari di partita Iva, in forma singola o associata. Tutti gli interventi devono essere conclusi entro il 31 dicembre 2018.

Dopo la chiusura dello scorso giugno con 200 domande di contributo pervenute, è stata disposta la riapertura dei termini grazie all’impiego di risorse ancora disponibili nei capitoli di spesa.
“La risposta positiva dei liberi professionisti a questa opportunità conferma la loro volontà di crescere e di innovare - commenta Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive -. Un percorso che vede la Regione al fianco di questa categoria con il sostegno dei Fondi europei, per la competitività del sistema produttivo regionale”.

Il bando eroga contributi a fondo perduto per il 40% dell’investimento ammissibile, che arriva al 45% in caso di incremento occupazionale, rilevante componente femminile o giovanile, rating di legalità, sede localizzata in area montana oppure nelle aree svantaggiate indicate dal bando (107.3.C.). Per ciascun progetto la dimensione minima di investimento è pari a 15.000 euro e l’importo massimo del contributo è di 25.000 euro. Gli interventi sostenuti dal bando riguardano l’innovazione tecnologica, il riposizionamento strategico sul mercato e, nel caso di forme aggregate, la promozione di azioni di marketing e di internazionalizzazione. Rientrano anche le spese per l’acquisizione di brevetti, licenze software, consulenze specializzate Ict e studi di fattibilità per aggregazioni professionali fino al 30% del totale, compresi i costi relativi ai manager di rete. Ammesse infine spese accessorie di carattere edilizio strettamente connesse alla installazione e posa in opera dei beni strumentali, nel limite massimo di 5.000 euro.

I dati di partecipazione
Tra le 200 domande pervenute alla chiusura dello stesso bando il 21 giugno 2018, quasi il 30% proviene dalla provincia di Bologna, seguita da Forlì-Cesena (16%), Modena (13%), Parma (12,5%), Reggio Emilia (8%). Hanno fatto domanda soprattutto professionisti in forma singola (70,5% del totale). L’investimento medio dei progetti presentati è pari a circa 34mila euro e riguarda in oltre l’80% dei casi acquisto di attrezzature, infrastrutture informatiche, tecnologiche, digitali. Il 43% delle domande contiene una rilevanza femminile/giovanile, incremento occupazionale, rating di legalità, sede operativa in aree svantaggiate.