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Involucro edilizio: il ciclo negativo è giunto al termine

Infissi e Serramenti di
Il 2017 ha registrato una ripresa nel settore delle costruzioni e nel 2018 la domanda continuerà a crescere sia nel segmento residenziale sia nel segmento non residenziale

Milano ha ospitato la presentazione, davanti ad una qualificata platea di imprenditori e di media specializzati, del Rapporto UNICMI 2018 “Numeri e prospettive del mercato delle facciate, dei serramenti e delle schermature 2018-2019”, elaborato e curato dall’Ufficio Studi Unicmi.

Nel corso della presentazione il Presidente Unicmi, Riccardo Casini, il direttore Gimelli e il coordinatore scientifico dell’Ufficio Studi, Carmine Garzia, hanno evidenziato come il 2017 abbia confermato la chiusura del ciclo negativo iniziato nel 2008 e l’inizio di una ripresa. Una ripresa caratterizzata dal forte ridimensionamento subito dal mercato, ma anche da una inversione di tendenza concreta e reale, evidenziata dalla ripresa dell’indice dei prezzi e dell’indice degli ordinativi. I dati hanno infatti manifestato un buon potenziale di ripresa che si manifesterà nel biennio 2018-2019 quando la crescita degli investimenti contribuirà ad una decisa inversione di tendenza dell’indice sintetico di produzione.

In particolare riguardo al settore dei serramenti, l’Ufficio Studi Unicmi ha registrato che dal 2015 in poi si è assistito ad una ripresa della domanda complessiva di serramenti. Nel 2017 questa domanda ha raggiunto un valore di oltre 4 miliardi di Euro, di cui 2,8 nel settore residenziale e 1,7 in quello non residenziale.

Dal 2012 al 2015 in poi si è registrata una contrazione del fatturato per entrambi i segmenti di mercato, che sono ripresi a crescere solo dal 2016. Il 2016 e il 2017 sono stati, infatti, due anni positivi con particolare riferimento al segmento residenziale. Per il 2018 si prevede un ulteriore aumento della domanda che si attesterà circa 4,65 milioni di Euro. Dal 2016 in poi si è rilevata una lieve ripresa del numero di unità finestra vendute, la maggior parte dei serramenti venduti è destinata al mercato del rinnovo che continua a crescere anche se le buone prospettive per gli investimenti nelle nuove costruzioni contribuiranno a far risalire il mercato complessivo (nel segmento residenziale) oltre i 6 milioni di pezzi venduti nel 2018.

La forte pressione sui prezzi dei serramenti è stata alimentata in questi anni soprattutto dalle importazioni di prodotti in PVC provenienti da paesi a basso costo del lavoro. Le importazioni di serramenti in PVC, in valore, sono più che raddoppiate dal 2008 al 2013, quindi sono leggermente diminuite fino al 2015 per poi riprendere in modo significativo nel 2016 e 2017, raggiungendo gli 88 milioni di Euro.

Per quanto riguarda i serramenti metallici, dal 2014 in poi si è assistito ad un’inversione di tendenza del mercato. Il 2015, infatti, ha rappresentato l’anno di lieve ripresa che è continuato fino al 2017.

L’inversione di tendenza è stata generata dal mercato del recupero, ma ha anche beneficiato della ripresa delle nuove costruzioni sia residenziali sia non residenziali (terziario avanzato e commerciale). La ripresa del settore delle nuove costruzioni sta sostenendo la ripresa del mercato dei serramenti metallici e il trend è destinato a perdurare per il prossimo biennio 2018-2019. Per il 2018 si prevede un’ulteriore aumento del valore del mercato che supererà quota 1,5 miliardi di Euro. Gli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici hanno contribuito a sostenere in modo significativo la domanda di serramenti generando, nel 2017, vendite cumulate per oltre 1,36 miliardi di Euro. Si stima che circa il 60% delle vendite di serramenti in PVC è realizzato con il contributo degli incentivi fiscali, per un valore di circa 660 milioni di Euro di vendite. Anche il comparto del legno beneficia degli incentivi fiscali che generano una domanda di circa 360 milioni di Euro.

I dati relativi al mercato italiano delle facciate continue confermano un’inversione di tendenza (+8% dal 2014) che è in parte legata ad una ripresa degli investimenti nelle costruzioni non residenziali, in particolare quelle destinate al terziario e quelle pubbliche.

I costruttori di facciate continue sono realtà industriali di medie e grandi dimensioni (16 milioni di Euro di ricavi medi, circa 40 aziende) che adottano un modello di business specializzato e realizzano oltre il 80% dei ricavi con le facciate continue. I costruttori di facciate operano prevalentemente nel segmento delle nuove costruzioni non residenziali, infatti realizzano nel segmento terziario oltre il 57% dei ricavi, e in quello delle costruzioni commerciali circa l’11,4% dei ricavi e lavorano prevalentemente per clienti di grandi dimensioni (64% delle vendite).

Un contributo rilevante ai ricavi delle aziende proviene anche dai lavori di recladding, ovvero di sostituzione delle facciate continue esistenti che incide, secondo le nostre stime, per circa il 15% sul totale del mercato delle facciate e vale poco meno di 80 milioni di Euro.

I costruttori di facciate hanno una presenza consolidata sui mercati esteri, in particolare in Europa, Stati Uniti, Medio Oriente. Fino al 2014 si è assistito ad un trend di forte crescita dell’export, che ha subito una contrazione nel biennio 2015 e 2016 anche per effetto di una moderata ripresa del mercato interno che ha spinto le aziende a concentrarsi sulla domanda domestica, per non perdere opportunità di business. Tuttavia i principali produttori di facciate hanno continuato ad acquisire commesse sul mercato internazionale, come si evidenzia dal dato relativo al 2017, quando l’incidenza del fatturato realizzato grazie all’export ha toccato il 47% delle vendite totali.

Sulla base di questi dati, l’Ufficio Studi Unicmi può pertanto confermare le tendenze in atto nel mercato e ipotizzare una crescita per il 2018 del mercato dei serramenti metallici tra il 3% e il 4%, per le facciate continue è possibile ipotizzare una crescita nell’ordine del 4% - 5%. Per entrambi i mercati è possibile fornire un outlook positivo anche per il 2019, con tassi di crescita allineati a quelli che si riscontreranno nel 2018.